BERGAMO – Alla fine Ademola Lookman restò a Bergamo. Clamoroso. S’è chiuso il mercato in entrata per tutti i campionati più importanti ma uno dei nodi più spinosi da sciogliere alla fine non s’è sciolto.
L’Inter fece altre scelte. Voltò le spalle a metà agosto. Percassi ha sempre chiesto 50 milioni, almeno, scendendo dai 60 dopo che l’interesse Atletico d’inizio estate non ebbe seguito. Marotta arrivò a 42+3, dettò condizioni, Lookman forzò la mano, ma Percassi rispose per le rime: le condizioni le detta il proprietario del cartellino, sotto i 50 quantomeno in Italia niente da fare. L’Atalanta ha dimostrato forza in un contesto forse, alla fine, ci perdono comunque tutti.
Lookman voleva il trasferimento. Era quello che dei gioielli atalantini, quest’anno, avrebbe dovuto fare il salto. Quantomeno per accordi evidentemente definiti morali col club, quanto ammettono lui col suo entourage. Voleva quel trasferimento al PSG, agosto 2024, gli fu risposto dal club che l’unico pezzo eletto al sacrificio era Koopmeiners, che non avrebbero potuto vender tutti e che quindi, a lui, sarebbe toccato l’anno successivo. Per la politica aziendale atalantina che ogni anno compie una grande cessione, ad estate. Poi i 70 milioni per Retegui che cambiarono tutto, la storia.
E nonostante certificati, allenamenti in Inghilterra, rientro da separato in casa, piedi puntati fino alla fine forzando disperatamente consulenti e intermediari oltre che chiaramente la sua procura a cercare una soluzione di livello nei massimi campionati europei, nulla da fare. Ademola è rimasto, a meno di clamorose offerte dal Bosforo, tra Galatasaray e Fenerbahce (tifosi turchi che invadono i suoi social), oppure Saudi Pro League, da qui fino ai prossimi 10 giorni, uniche frontiere di mercato aperto. Non è arrivato nessuno entro lunedì in grado di offrire almeno 40 milioni, cifra per cui l’Atalanta all’estero sì che avrebbe aperto le porte. Solo il Bayern prima di richiudere definitivamente Nico Jackson, ma solo un sondaggio in prestito con diritto, naturalmente respinto al mittente. Nemmeno in Premier c’è stato nulla da fare: sorprendentemente poco interesse, evidentemente vividi i ricordi di quelle deludenti parentesi tra Everton, Leicester e Fulham da giovanissimo, dal Tottenham soltanto sondaggio senza grossa volontà di investimento.
Adesso, l’obiettivo di tutti si chiama chiaramente disgelo. Per limitare i danni. Chissà come il gruppo riaccoglierà un calciatore che s’è sentito più forte dei compagni, chissà come la piazza riaccoglierà qualcuno chi s’è sentito calcisticamente più grande di Bergamo. A gennaio mercato e Coppa d’Africa, ma prima vanno in qualche modo convissuti questi quattro mesi. Convivenza forzata. E allora bisogna trarne il meglio, limitare i danni. Provare a reintegrarlo, chiaramente. Intanto è stato reinserito nella lista Uefa, per Champions League. A meno che, in 10 giorni, non arrivi quella faraonica ed a questo punto clamorosa offerta turca.

