Sarà l’ultimo grande Slam stagionale. Sarà l’ultimo atto di un’estate, comunque vada, tennisticamente sensazionale. E ancora una volta, tanto per cambiare, sarà duello generazionale. Quello che incanta, intrattiene telespettatori e sarà destinato a dominare tutto il decennio: Carlos Alcaraz contro Jannik Sinner. Dunque Jannik ha conquistato nella notte del sabato l’ennesima finale, stavolta l’ha fatto a fatica, battendo una Auger-Aliassime mai domo, che ha lottato e combattuto per tre ore e 21 minuti che alla fine gli rendono meritatamente gli applausi del pubblico a stelle e strisce. Alcaraz invece in grande stile: non aveva tabellone semplice, gli toccava Nole Djokovic ma rullo compressore, tre set a zero e lungo abbraccio ad emozionar tutti, a fine gara.

Ma domenica, appuntamento alle ore 20 italiane per permettere al continente europeo di seguire la finalissima oltreoceano, sarà ancora una volta la sfida. Quasi con l’articolo determinativo maiuscolo. Carlos sta meglio, si sente e si vede, anche post Cincinnati ha quel qualcosina in più, sia fisicamente che per caratteristiche tecniche. US Open, Flushing Meadows, atto conclusivo degli Slam estivi, ancora sul cemento, terreno dove Alcaraz divora. Ed infatti, se i precedenti sono decisamente più equilibrati, quelli sul cemento premiano nettamente 6-2 il mostro spagnolo.

Stavolta, finalissima US Open, ha una valenza importantissima: si decide il nuovo numero uno al mondo. Sfruttando la squalifica del rivale ed i successi estivi Alcaraz è tornato decisamente sotto: qual miglior contesto, sente l’odore del sangue, ambisce al sorpasso. Sinner deve proteggersi, punto. Sarà il duello finale di un’estate mozzafiato: considerando squalifica e qualche problemino fisico come quello accusato a Cincinnati, qual miglior modo di scrivere e descrivere il finale? Roland Garros ad Alcaraz, Wimbledon all’orgoglio azzurro. Tutte finali, sempre dominanti, sempre uno contro l’altro. Ore 20 italiane, ancora una volta si ferma il mondo.