Lazio: Tripodi, no latte congelato in mozzarella bufala dop
Agricoltura, Politica
10 Settembre 2025
Lazio: Tripodi, no latte congelato in mozzarella bufala dop

ROMA – “Inserire la possibilità di utilizzare latte congelato, latte concentrato o pasta congelata nella produzione della Mozzarella di Bufala Campana DOP significa compromettere una delle eccellenze più riconosciute e apprezzate del Made in Italy – dichiara Orlando Angelo Tripodi, Presidente della Commissione Lavoro del Consiglio Regionale del Lazio ed esponente di Forza Italia -.

Se l’emendamento ipotizzato al disegno di legge sulla filiera italiana dovesse passare, il rischio concreto è quello di condannare alla chiusura centinaia di allevamenti dell’area DOP, con gravi conseguenze economiche, sociali e occupazionali”.

“Bene i controlli e la sicurezza alimentare – prosegue Tripodi – ma non si può, parallelamente, aprire la strada all’utilizzo di materie prime congelate, mi batterò con i colleghi del Senato perché questo tradirebbe i principi di qualità e autenticità che hanno reso la Mozzarella di Bufala Campana DOP un prodotto unico al mondo. Gli articoli 11 e 12 del disegno di legge A.S. 1519 introducono strumenti importanti per la tracciabilità, i registri dematerializzati e le sanzioni, rafforzando la tutela dei consumatori e la trasparenza del mercato. Tuttavia, tali misure devono servire a difendere la qualità e non a legittimare l’uso di latte congelato o concentrato, che snaturerebbe l’essenza stessa del disciplinare DOP”.

Un ulteriore rischio riguarda la concorrenza estera: “Con il via libera al latte congelato – avverte Tripodi – si spalancherebbero le porte ai sottoprodotti di importazione, in particolare dall’India, dove i costi sono infinitamente più bassi. Una simile scelta genererebbe una lotta impari sul mercato, penalizzando chi produce nel rispetto della tipicità e della qualità certificata. Sarebbe un colpo mortale per il nostro comparto bufalino, che non può e non deve essere messo sullo stesso piano delle produzioni industriali d’oltremare”.

Il Presidente della Commissione Lavoro evidenzia anche le possibili ripercussioni occupazionali: “Un simile cambio di regole non farebbe altro che penalizzare i produttori che hanno investito in qualità e tracciabilità, generando un effetto domino devastante sul tessuto economico e sociale dell’intera filiera. Non possiamo permetterci che una scorciatoia burocratica metta in ginocchio migliaia di lavoratori, trasformando un simbolo del nostro Paese in un prodotto omologato e svilito”.