SANTA SEVERA – È nato il Festival degli Scrittori, una manifestazione unica nel panorama culturale italiano, ideata e organizzata dall’Accademia Molly Bloom di Leonardo Colombati ed Emanuele Trevi. A differenza di tanti eventi dedicati ai lettori, questo Festival si rivolge a chi scrive: a chi fa della scrittura una professione, una ricerca, una vocazione. Una rassegna che esplora la scrittura creativa nella sua forma più viva e dialogica, intrecciandola con gli altri linguaggi dell’arte e della comunicazione.
Il debutto, ieri sera, si è svolto nello scenario senza tempo del piazzale delle Barrozze del Castello di Santa Severa, affacciato sul mare, luogo che unisce cultura, storia e bellezza, e che ancora una volta si conferma cornice ideale per l’incontro tra arti e pensiero.
La prima giornata ha visto protagonisti Valerio Magrelli e Gianni Dessì, impegnati in un dialogo sulle connessioni profonde tra letteratura e arti visive, seguiti da Leonardo Colombati e Riccardo Rossi, che hanno condotto il pubblico in un viaggio tra scrittura e musica, svelando la trama nascosta che lega parole e suoni.
Accanto alla letteratura, il Festival ha aperto le porte ai sapori del Lazio, grazie alla sezione speciale firmata Arsial e alle degustazioni guidate dal giornalista sommelier Samuele Sansonetti. Una vera e propria esperienza sensoriale, che ha raccontato il territorio attraverso due etichette di grande fascino: il Lazio IGP “Bellone” 2024 Casale del Giglio (Latina), fresco, solare e immediato, e il Lazio IGP “Orione” 2022 Colle di Maggio (Velletri), un rosso intenso e avvolgente. Due vini che hanno saputo esprimere, in modi diversi, l’anima vitivinicola della regione, accompagnando le conversazioni con eleganza e carattere.
E non è che l’inizio: domani, domenica 14 settembre, il pubblico potrà vivere una nuova serata tra parole e calici. In degustazione ci saranno il Frascati Superiore DOCG 2024 Casale Marchese (Frascati) e il Lazio Vermentino IGP “Airi” 2024 Doganieri Miyazaki (Castiglione in Teverina), due etichette che raccontano storie diverse ma complementari del Lazio, dalle colline vulcaniche dei Castelli Romani alle vigne che guardano verso il Tevere.
