LISBONA – 23 settembre 2000, Benfica, l’esordio. Da solo. Senza LVG o Sir Bobby Robson. Fu un’esperienza fugace, repentina, sfortunata. Di qualche mese. Poi dimissioni, non scoccò alcuna scintilla. Ripartì dal Leiria che, miracolosa salvezza ottenuta, gli valse la chiamata del Porto: il resto è storia.

A tinte scure, a tante ombre e poche luci, polemiche e veleni più che colpi tecnici invece gli ultimi anni, quelli del tramonto, di José Mourinho. Fresco d’esonero pur sul Bosforo, ad Istanbul, col Fenerbahce. Allora il ritorno in Portogallo per trascorrere giorni sereni in famiglia a Setubal e saltino al Dragao, per ricevere l’omaggio 21 anni dopo di quella che fu la sua gente, quella d’Oporto. Omaggio e standing ovation che oggi però potrebbe tradire, sposando l’altra sponda dell’O Clasico, Benfica. Sostanzialmente dove tutto, a più ombre che luci, ebbe inizio.

Col clamoroso tonfo interno col Qarabag che è costato la panchina a Bruno Lage, il Benfica (che forse sotto e dietro le quinte già aveva tessuto la tela giusta dopo aver flirtato con lo Special One) è pronta ad annunciare il suo “nuovo” tecnico, con cui ha definitivamente stretto e chiuso gli accordi stanotte confermando l’indiscrezione iniziata a circolare ieri sera e lanciata da A Bola, in patria istituzione e punto di riferimento giornalistico.

Stamani solo riscontri. José è pronto a tornare immediatamente in pista. Torna in Portogallo, torna in patria, ma tutt’altro che Porto: sarà Lisbona, sarà Benfica. Annuncio, tutt’altro che da escludere, già nelle prossime ore.