Luci e ombre azzurre a Tokyo. Ma le luci sono storia. Un sabato che ricorderemo, perché ci si aspettava quel sorpasso sognato viste le premesse settimanali, quello a Goteborg, per la storia. E così è stato. La spedizione italiana ai Mondiali d’Atletica 2025 diventa quella più remunerativa, quella più ricca, quella più di successo in termini di medaglie conquistate ad una competizione iridata di questo calibro.
Superato quel fantastico 1995 e la firma, per la storia, la mette chi proprio questa settimana di successo l’aveva aperta, lanciando gli azzurri nel medagliere. Settima medaglia, ancora Nadia Battocletti, infinita. Che se aveva conquistato l’argento nei 10000 metri, si ripete emozionando tutti centrando ancora podio ma stavolta bronzo nei 5000.
Emozione grandissima, che significa storia e che addolcisce le delusioni azzurre provenienti dall’altro fronte del sabato, soprattutto la 4×100 dei maschietti, che ha visto l’Italia fuori dalla finale non senza polemiche. Jacobs torna in copertina, ma stavolta per recriminazione: dopo aver raccolto il testimone con gli azzurri già dietro per la deludente partenza di Desalu, inciampa e rallenta, proseguendo ma lasciando troppo terreno e tempo prezioso. Marcel e la delegazione azzurra si lamentano e recriminano, attaccano un colpo ad ostacolare da parte del sudafricano Maswanganyi, ma il ricorso viene respinto. Secondo i giudici sarebbe stato proprio Jacobs, su cui piove sul bagnato, ad aver danneggiato l’atleta avversario. Le immagini restano dubbie, la rabbia rimane tanta.
Particolarmente sfortunata anche la 4×100 donne, anch’essa eliminata e imprecante, sì, ma stavolta proprio la dea bendata: che peccato per Fontana, infortunata a gara in corso.

