Come da programma, dopo i grandi riflettori oltreoceano per i prestigiosi circuiti a stelle e strisce, la stagione del tennis internazionale si sposta in Oriente, dove inizia l’autunno tennistico. Finisce l’estate e Jannik Sinner è già atterrato a Pechino: non sarà più momentaneamente il numero al mondo, ma resta pur sempre star assoluta, quindi gagliardetti, selfie e autografi assaltato dal popolo del Sol Levante. Presto, a partir dalla prossima settimana, ripartirà da un 500: proprio l’ATP Pechino.
Fresco di ritorno in campo ma istantanea eliminazione asiatica pure Matteo Berrettini, che resterà in Oriente per testarsi, anche lui, nell’ATP di Pechino. Eliminato nel piccolo 250 di Hangzhou, una vera e propria disfatta azzurra perché proprio come Martello sono usciti Arnaldi e dal sabato pure l’altro giovane gioiellino capitolino che sta ancora muovendo i suoi primissimi passi nel tennis dei grandi, Giulio Zeppieri. Esce agli ottavi, al secondo turno, eliminato in due set (6-4 e 6-3) dall’americano Tien. Non resta dunque più alcun azzurro, non sarà presente alcun italiano nemmeno ai quarti di finale, di un torneo decisamente alla portata per i nostri colori.
Non è andata bene, altroché, nemmeno all’altro piccolo 250, l’altra pista propedeutica per il 500 di Pechino. In questo caso parliamo dell’ATP Chengdu, che vedeva anche su codesto campo in pista diversi azzurri. Fortunatamente c’è Musetti che porta avanti il tricolore: nel sabato non sbaglia, pur arrugginito e senza brillare apparso più volte sulle gambe, alla fine riesce ad aver la meglio del piccolo croato Prizmic e strappa l’accesso ai quarti di finale. Dove ad attenderlo non c’è proprio l’ultimo arrivato, bensì il rognoso georgiano Basilashvili, osso duro che il carrarino già patì mesi fa in quel di Washington. In ogni modo almeno Musetti porta avanti gli azzurri, il migliore dei nostrani di questi anni dopo Sinner. Da Chengdu erano già stati amaramente eliminati Sonego e Darderi: doppia delusione, in quanto eliminati a sorpresa già ai primissimi turni.
