Cambiano nel tempo. Ricerca Ingv individua segni di fratture e scivolamento. Lo studio pubblicato sulla rivista Remote Sensing guidato da Marco Moro, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Insieme all’ateneo laziale l’Università di Padova e la d’Annunzio di Pescara, l’Istituto Nazionale di Astrofisica e l’Università del Mississippi
ROMA, 22 SET – Anche i ghiacciai di Marte sono dinamici, evolvono e si modificano nel tempo in modo analogo a quel che avviene sul nostro pianeta: ad analizzare le caratteristiche di un ghiacciaio marziano è stato lo studio pubblicato sulla rivista Remote Sensing guidato da Marco Moro, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, con la partecipazione dei ricercatori delle università di Cassino e del Lazio Meridionale, di Padova e la d’Annunzio di Pescara, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica e dell’Università del Mississippi.
“L’uso combinato di immagini ad altissima risoluzione e di uno stereoscopio digitale ci ha permesso di osservare direttamente in 3D caratteristiche compatibili con fenomeni di scivolamento di ghiaccio superficiale che fino a oggi erano solo ipotizzati”, ha spiegato Moro, primo autore dello studio. Su Marte, in alcune regioni, sono presenti delle aree coperte da ghiacci, piccoli ghiacciai che a differenza di quelli sulla Terra non sono prodotti dalle precipitazioni di neve ma quasi certamente dalla parziale fusione dell’acqua presente nel terreno, il cosiddetto permafrost. Analizzando ora uno di questi ghiacciai marziani nella regione di Ismenius Lacus, in particolare attraverso immagini radar, sono emerse alcune variazioni nel tempo, come una serie di fratture e segni di movimento che indicano chiaramente una vera e propria dinamica di scivolamento dei ghiacciai marziani, qualcosa di molto simile a quel che avviene in quelli terrestri.
“Questi risultati – ha aggiunto Adriano Nardi, dell’Ingv – ci permettono di comprendere meglio la distribuzione e le dinamiche del ghiaccio su Marte, fornendo nuovi strumenti per le future missioni scientifiche e il monitoraggio planetario”.
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