NIZZA – Stavolta cronaca sportiva. E null’altro. Per una notte. A dispetto di quanto accaduto nella precedente. La Roma vince a Nizza. Una vittoria, un successo di un’importanza sottovalutata. Perché mai come con questa formula, arrivare tra le prime 8 conta tantissimo. E questo deve essere l’imperativo giallorosso. Perché chiudendo la fase campionato a 36 tra le prime posizioni significherebbe saltar sedicesimi ed aver ottavi se non pur quarti decisamente più abbordabili. Senz’altro di più dei percorsi infiniti degli anni Mourinho e De Rossi.
Si può arrivar fino in fondo, in una competizione dove Roma resta ormai pluriennale istituzione. Con quella fame, ripensando ai fantasmi di Budapest, di scrivere un finale differente e finalmente portarsela a casa. Prima gara, prima trasferta, quoziente di difficoltà già importante, senz’altro da non sottovalutare: esame Nizza.
Nizza battuto 2-1, decide in maniera mourinhana un doppio timbro di centrali, prima N’Dicka di testa quindi Mancini in spaccata, a freddare ad inizio ripresa. Il Nizza riapre, ma la Roma alza il muro. Insomma, quel dna c’è sempre. Base, sempre determinante, per ottener risultati mentre Gasp diffonde la sua rivoluzione.
A decidere, a cambiar le carte in tavola, ancora Lorenzo Pellegrini, altra tematica che scalderà Roma nei prossimi giorni. Si sta tornando a ritagliare la sua importanza, contro ogni pronostico, volere o dinamica. Ode all’ex, purtroppo, capitano.


