PECHINO – Parte bene l’avventura in estremo Oriente del giovane romano Flavio Cobolli. Il primo dei tre azzurri previsti al primo turno del China Open di venerdì ha completato la sua missione: centrare gli ottavi. Più tardi Sonego e Musetti, ma Cobolli bissa il successo in apertura del favoritissimo del 500 cinese, Jannik Sinner.

E non era semplice, affatto. Perché l’avversario era di quelli di livello. Il numero 6 del seeding, Rublev. E Cobolli l’ha vinta di qualità, sì, ma soprattutto di personalità. Che è quel filo condutture determinante che quest’anno, o quantomeno in questo biennio, descriverà la carriera del gioiello capitolino e quanto potenziale, soprattutto, riuscirà a trasformare in realtà.

Già perché parte sotto i colpi del russo ma sotto 2-5 tira fuori gli artigli e ribalta una gara, un set, che tanti altri avrebbero lasciato andare. Vince il primo set al tiebreak e nel secondo, sguardo sorpreso e sgomento di Rublev, viaggia in discesa sotto gli applausi scroscianti di una Cina abbagliata dal suo talento. Annulla quatto palle break e vola, 6-3, ottavi in cassaforte. Colpo grosso. Adesso l’americano Tien.