Santa Marinella, il Prc replica a Gino Vinaccia sulla bocciatura del gemellaggio con Gaza City: “Che tipo di democrazia volete difendere?”
Politica
29 Settembre 2025
Santa Marinella, il Prc replica a Gino Vinaccia sulla bocciatura del gemellaggio con Gaza City: “Che tipo di democrazia volete difendere?”

SANTA MARINELLA – Il circolo Prc di Santa Marinella replica a Vinaccia.

“Rispondiamo al comunicato di Gino Vinaccia a sostegno della linea di”Moderati per S. Marinella” sulla bocciatura sia del gemellaggio con Gaza City che del boicottaggio della casa farmaceutica israeliana TEVA,da parte delle farmacie comunali. La proposta era stata presentata al consiglio comunale del 17 settembre dal “Comitato in difesa della Palestina”. La Consigliera di maggioranza Maura Chegia aveva ben spiegato che il boicottaggio avrebbe escluso quei farmaci per i quali non esistano alternative equipollenti. A Vinaccia e ai “Moderati” che bollano la proposta come “propagandismo privo di concretezza”chiediamo che siano loro stessi a proporre e a far votare a S.Marinella, senza indugiare oltre (visto che fino ad oggi non l’hanno fatto), le azioni concrete elencate nel comunicato (ospitare famiglie palestinesi avvalendosi della collaborazione con la comunità di S.Egidio), alle quali noi siamo più che favorevoli.

Non condividiamo invece gli argomenti di Vinaccia, Manuelli e Rosa contrari al gemellaggio con Gaza City, pericolosamente vicini a quelli di Netanyahu: l’identificazione dei civili di Gaza (anche i bambini!)con Hamas.

Questa identificazione, inaccettabile (aggravata dalla citazione di Yahya Sinwar: “la strage di palestinesi è un sacrificio necessario”) rischia di giustificare i quasi 70mila morti, dal 7ottobre ‘23 ad oggi (tra cui giornalisti, personale medico ed umanitario compresi), di identificare ogni palestinese con un potenziale terrorista ed ogni difensore dei diritti dei palestinesi come un antisemita pro Hamas (ONU compresa). Il Gemellaggio con Gaza City significa invece riconoscere a quella città il diritto di esistere come città palestinese, senza essere sostituita dagli sfavillanti grattacieli voluti dalla lobby immobiliare vicina a Trump. Affermare che TEVA non possa essere boicottata perché il marchio dà lavoro a operai italiani significa non capire la posta in gioco.L’Italia è tra i primi fornitori di armi e materiali bellici ad Israele ed anche questo si traduce in posti di lavoro. Immaginiamo che Vinaccia e “I Moderati” siano contrari anche allo stop immediato di vendita di forniture belliche ad Israele da parte dell’Italia. Ricordiamo che i camalli di Genova boicotteranno il traffico portuale di armi incrociandole braccia e consigliamo a Vinaccia di non parlare a nome dei lavoratori italiani che sanno autodeterminarsi, come ha dimostrato lo sciopero del22 settembre. Ci chiediamo infine se “I Moderati” ritengano che il genocidio del palestinesi e la loro deportazione vada fermata subito, denunciando il piano di “Grande Israele” che annulla il diritto della popolazione palestinese ad avere un proprio Stato. Anna Foa ha spiegato, nella bella conferenza del 26 settembre a Civitavecchia, come le politiche di Netanyahu siano il suicidio di Israele inteso come Stato democratico,difensore dei diritti umani e custode in occidente del bando definitivodi ogni forma di genocidio dalla storia. Riteniamo che il sostegno al governo di Netanyahu (definito “fascista” dalla stessa Foa), si traduca nel suicidio anche di quelle “democrazie occidentali” (tra cuil’Italia di Meloni) complici della “Shoah” nel Terzo millennio, come giustamente ha definito la strage dei palestinesi la consigliera Di Liello in consiglio. Invitiamo Vinaccia, “I Moderati” ed anche“Forza Italia”, che ha presentato una mozione a difesa del diritto d’Israele di esistere (diritto che nessuno mette in discussione) a riflettere su che tipo di democrazia intendano difendere, quali leggi internazionali e persino quale concetto di umanità intendano promuovere. Si è varcato un limite, una linea rossa. Se la vita dei palestinesi non vale quanto quella degli occidentali, ci domandiamo con angoscia in quale baratro umano prima che politico siamo precipitati.