SHANGHAI – Non poteva che amaramente esser Matteo Berrettini a lasciar per primo, tra gli azzurri senior, i Masters 1000 di Shanghai. Primi turni, tra preliminari e qualificazioni, già terminati. Scocca il primo turno sì, ma quello ufficiale. Ma mentre Nardi e Bellucci accedono a quello successivo, purtroppo il Martello abbandona già la competizione.
Termina qui dunque l’avventura in Oriente di Berrettini. Dopo un’estate complicatissima e lontano dai terreni di gioco a stelle e strisce per colpa di quel logorante problema all’addome che maggio scorso lo costrinse al ritiro in quel di Roma davanti alla sua gente, un progressivo e lento ritorno all’attività con la mente tornata a tempestarsi di mille dubbi. Ancora una volta quel qualcosa di serio che, con gli anni che passano, alimentano possibilità di ritiro. Che il popolo romano, quello azzurro e tutti i suoi sostenitori sperano possa ancor esser più lontano possibile.
E quindi tentativi allo swing. Quattro partite a cavallo tra Corea, Giappone e Cina. Un successo ma bello, emozionante, quello a Tokyo con Munar. Prima di arrendersi ancora a Ruud, storia nella storia, esattamente avversario contro cui si ritirò agli Internazionali. Stavolta davanti a sé, primo turno dei Masters 1000, aveva di fronte Mannarino. Bella la gara del francese, che lotta per punto e concede pochissimo al servizio così come brilla nel dritto. Matteo lotta, lotta per quasi due ore, ma alla fine dopo la sconfitta 7-5 al primo set si deve arrendere al tiebreak anche nel secondo, 7-6.
Adesso rientro nella Capitale. Qualche giorno di riposo e riflessione, ma subito in campo. Missione scandinavia, lo aspetta il piccolo ATP 250 di Stoccolma, in Svezia. Questo per prepararsi al meglio al cemento indoor e cercar di arrivar nelle migliori condizioni a Parigi.


