ROMA – Ufficiale, da ieri sera. Tra l’AS Roma e Daniele De Rossi non c’è più nemmeno alcun legame contrattuale, dopo l’esonero di poco più di un anno fa. Correva settembre del 2024 quando dopo soltanto quattro giornate e fresco di triennale rinnovo del contratto, la famiglia Friedkin sospinta dall’ex ceo Lina Souloukou decise a sorpresa e sollevando l’indignazione della piazza di voltar le spalle e silurare bandiera e giovane tecnico DDR. Arrivò Juric, avvento disastroso; quindi Ranieri 3.0, il resto è storia.
De Rossi è sempre rimasto per i 12 mesi successivi sotto contratto coi giallorossi. Com’è giusto e lecito che un allenatore, tecnicamente messo da parte, resti a a libro paga. La Roma, i suoi legali e quelli del giovane allenatore hanno però deciso di incontrarsi e risolvere, evidentemente con buonuscita, quel contratto che lo avrebbe visto coperto per i prossimi due anni.
Evidentemente, qualcosa si muove. Qualcosa può bollire in pentola. DDR s’è sempre manifestato interessato e pronto ad entrare a stagione in corso. Visto che estate scorsa, quella appena conclusa, nessuno decise di puntare su di lui fino in fondo. A Parma scelsero Cuesta, la stessa Samp in B sapeva troppo di rischio e salto nel buio. Ha preferito aspettare senza rientrar subito. Ha preferito aspettar la chance giusta. Che può già fioccare fra pochissimo, sosta incombente, con panchine come quelle di Torino e Firenze che già traballano. La rescissione un indizio? Come sempre il tempo narrerà e descriverà, ma l’impressione è che nel giro di pochi giorni già conosceremo verità e futuro dell’ex tecnico giallorosso.


