Sosta incombente. E primi bilanci, di questo primissimo scorcio di stagione. Dove c’è chi ha già deluso, eccome. Inizio deludente, persino disastroso. E con sosta d’ottobre incombente, come sempre, occhio alle prime panchine a rischio. Basta un minimo d’attenzione, uno sguardo rapido e fugace, per constatar in un batter d’occhio chi, tra premesse e mercato, non ha saputo minimamente replicare le aspettative di un mese fa.
FIRENZE Torino e Firenze, piazze turbolente, su tutti. A Firenze il caso più mediatico. Pressone importante. Nonostante nome altisonante, quello di Stefano Pioli, ripescato dal Medio Oriente, arrivato per rilanciar da quel Palladino che forse contestato più del dovuto oggi è addirittura rimpianto da buona fetta del popolo fiorentino. La viola è partita malissimo. Un mercato a suon di milioni, alcuni sperperati, che sì spedisce nell’occhio del ciclone anche la dirigenza, ma che chiaramente complica a livello d’ambiente anche la posizione del tecnico stesso. Anche perché calcisticamente s’è visto poco, ben poco; e pur quel che di buono c’era lo scorso anno non c’è più, Kean ancora clamorosamente a secco dopo cinque giornata. A zero come la voce vittorie all’attivo: solo tre punti, tre pari e due sconfitte, all’interno di un calendario abbordabile che avrebbe dovuto narrare ben altro. Invece la Fiorentina è lì, alle soglie della zona retrocessione, solo una lunghezza avanti al trittico in fondo composto da Pisa, Lecce e sfortunato Genoa. Stasera viola al Franchi col Sigma Olomouc in Conference, ma non sarà lo scoglio determinante; ecco che Fiorentina-Roma diventa già decisiva: se dovesse finir male, a furor di popolo e risultati alla mano, il club potrebbe già decidere di prender strade diverse da Stefano Pioli nonostante ingaggio importante. Occhio a De Rossi, che ha appena rescisso con la Roma stessa. Sia in quanto pupillo di Pradé, sia perché verrebbe subito, sia perché con un ingaggio più abbordabile compenserebbe fallimento Pioli.
TORINO Un punto sopra, ma pur sempre sotto le grandi premesse per un mercato che nonostante contestazione a Cairo ha portato nomi importanti e un attacco completamente nuovo di zecca, c’è il Torino di Marco Baroni. Chissà per quanto ancora, di Marco Baroni. Tante soluzioni offensive panchinate per un assetto più difensivo ma che continua a incassare tanto, troppo. Una frase che spiega tanto se non tutto. Pure ieri gravosa sconfitta a Parma, solo una vittoria all’attivo e tanti pesanti ko in cinque giornate, dalla cinquina di San Siro alle tre sberle atalantine. Anche qui perciò panchina a rischio e forse già domenica ultima spiaggia, storia nella storia a Roma contro la sua Lazio: Baroni contro il passato per proteggere ancora il suo presente.

