ROMA – Successo di tutto all’Olimpico. Ma alla fine la Lazio trova per la sua strada, in un cammino di 100 minuti che definir turbolento o da montagne russe è dir poco, quantomeno un punticino. Non s’è spiccato alcun volo post Marassi, ma almeno s’è evitata beffa e sconfitta che avrebbero costituito un dietrofront, e pre sosta, tremendamente terrificante.
All’Olimpico tra Lazio e Torino è finita tre a tre. Con Baroni che aveva messo in campo tutto per salvar panchina (probabilmente ancora in bilico) proprio contro i biancocelesti. La nota più lieta in casa Lazio resta Cancellieri che sostanzialmente da solo esplode e la ribalta nel primo tempo, lui sì continuità post Genova. Ma nella ripresa Baroni mescola le carte, la Lazio è ridotta al midollo complice dose infinita d’assenze e alla fine la ribalta pure, tra Che Adams e torre di Coco in pieno recupero.
Ma nell’assalto finale, quello della disperazione, la Lazio centra un rigore concesso dopo minuti e minuti di controlli Var, episodio in cui parapiglia e gialli si sprecano, per quanta tensione tagliente fosse in campo. Sul dischetto va buon vecchio cuore Cataldi che freddissimo lancia l’ultimo bacino alla Nord. Finisce 3-3, per quanto missione continuità tutt’altro che completata la maniera più dignitosa per spegnere fuoco ed andar alla sosta senza nuove rivoluzioni, cercando di recuperare qualche infortunato. Ma la retta via resta ancora distantissima.

