CATANIA – La prima non si scorda mai, comunque. Pur se debutto o battesimo di fuoco. Pur se alla fine, quel risultato, fa inevitabilmente male. Ma l’emozione e l’orgoglio Nautilus Civitavecchia, che solo anni fa pensarla a questi livelli era fantascienza, restano enormi. La Nautilus è divenuta uno dei motivi d’orgoglio civitavecchiesi più grandi degli ultimi anni di storia di sport cittadino. Un locale che si tuffa nel nazionale, favola pura. E forse proprio passivi del genere fanno capire, ancora di più, i livelli che questo progetto, orgoglio civitavecchiese, ha saputo raggiungere.
Al debutto nelle acque più prestigiose della pallanuoto femminile italiana, quelle d’A1, è andata tecnicamente male. Preventivabile. Troppo più forte la potenza e la stessa onda d’urto delle campionesse tricolori in carica (come sorteggio, in questo caso, tutt’altro che fortunate le civitavecchiesi): a Catania ha vinto l’Orizzonte, che ha divorato le neopromosse senza peli sulla lingua, addirittura parziale di 10 a 0 dopo poche battute. Emozionate e forse contratte, vengono sovrastate per tutta la prima parte di gara che archivia subito l’esito finale.
Ma fioccano, comunque, le prime reti civitavecchiesi in massima serie. E sono quelle dei nuovi volti: a segno infatti Lombella, Abrizi e Devroedt. C’è gloria personale pure per Bianchi, per un punteggio finale che reciterà comunque 26-4. Due squadre che navigano chiaramente con obiettivi totalmente diversi, e contrapposti. Quindi, al di là del passivo, sconfitta naturale, plausibile, preventivabile. Saranno altre le gare che descriveranno le possibilità di realizzare la missione Nautilus, la salvezza. Forse già prossima settimana, a Viterbo, col Cosenza.

