Se Errani/Paolini hanno contribuito a lanciar un sorriso e far risplendere il sole su più di mezza Penisola all’ora di pranzo col successo a Pechino che significa ennesimo WTA di un duetto che sta poderosamente riscrivendo pagine di storia del tennis femminile in coppia, la domenica di sport azzurra non è certamente proseguita nei modi più auspicati complice quanto accaduto poco fa in quel di Shanghai.
Già, proprio quel Masters 1000 evento conclusivo dello swing asiatico e uno degli ultimi appuntamenti tennistici stagionali di gran rilievo. A cui Carlos Alcaraz aveva già dovuto dar forfait, settimana scorsa, per quel riacutizzarsi del problema alla caviglia accusato a settembre ma che non gli ostruì la possibilità di prendersi Tokyo. Che quindi costituiva possibilità perfetta per Jannik, d’arrivare fino in fondo e chissà, portarsi a casa un altro titolo così prestigioso soprattutto per accorciare in classifica ATP ed iniziare a meditare quel controsorpasso post US Open senza arrendersi ancora a chiuder l’anno 2025 da numero due.
Ed invece, con ogni probabilità, a questo punto così sarà. Non ci sarà alcun sorpasso entro la fine dell’anno. Jannik, nel pieno del match dei sedicesimi con Griekspoor, ha accusato un fastidio muscolare. Probabilmente crampi. O forse qualcosa di più. Qualcosa che non s’è sentito di aggravar oltre, senz’altro qualcosa che l’ha convinto a mollar e gettar la spugna: zoppicava vistosamente, non riusciva più a dar il meglio di sé, alla fine bandiera bianca ed olandese agli ottavi. Già finita l’avventura di Sinner, proprio come Alcaraz (per cui non è mai iniziata) a Shanghai. Adesso l’altoatesino sarà costretto all’immediato rientro in Italia per tutti gli esami strumentali del caso.

