TORINO – Alla fine più Milan ai punti, come si direbbe in altri sport. Più rossonero che bianconero nel posticipo e partita di cartello della settima sesta giornata di Serie A 25/26. Ma Juve-Milan ha deluso, e non poco. A tratti, puro sonnifero. Soprattutto nel primo tempo, soprattutto in casa Vecchia Signora. Perché quando porti quello stemma, devi far di più. E soprattutto devi voler.. di più.
Rimpianti in casa Milan, che nella ripresa alza i giri del motore con uno dei suoi assi migliori, scherzo del destino, divora l’occasione più grande quando Pulisic spara alle stelle dal dischetto. Rigore mangiato ma poi ancora Milan, perché quel centrocampo illuminato dell’eterno Modric le occasioni alla fine le crea sempre: stavolta in doppia occasione è Leao a sciupare. Reti inviolate, un punto che non ribalta, non crea titoli, non reca danni e nemmeno alimenta rivoluzioni.
Entrambe proseguiranno sul loro percorso, ma quello rossonero sembra già più incanalato e radioso, quello bianconero lascia spazio a molte più ombre e perplessità. Lo Stadium fischia a fine partita, non è un caso. Era stata caricata di più, invece la Juve ha fatto poco o nulla. Rimpianti per l’appunto paradossalmente più per Max, che da gran signore tornava a casa e sorridente accetta risultato e verdetto. Persino scherzando, con Pulisic, come i più grandi: “Te l’avevo detto di non tirar di piatto quel rigore”..
Milan che lascia il massimo vertice, quantomeno solo alla sosta. Ha superato i grandi step, 4 punti tra Napoli e Torino. Azzurri di Conte che in rimonta sul Genoa, a fatica, vincono e restano in alto. Ma non da soli, bensì con la grande sorpresa: la Roma del Gasp. Che non convince.. ma vince, pure a Firenze. 15 su 18, doppia capolista. Ora sosta, la Serie A riparte fra due settimane.

