LONDRA – Alla sosta di metà ottobre c’è una nuova capolista in Premier League. Chi per investimenti e continuità, dopo tanti anni di progetto, ambisce a sfatar maledizione e poter finalmente tornare sul trono d’Inghilterra. L’Arsenal, di Mikel Arteta. Pressione sul manager, dopo anni di tentativi e corsa al titolo, prima col Man City poi col Liverpool, ma in un modo o nell’altro come descritto primavera dopo primavera ambizioni sempre strozzate. Rice contro la sua gente, quindi Saka dal dischetto: col 2-0 sul West Ham e combinazione di risultati sugli altri campi, l’Arsenal adesso è in vetta alla classifica. Alla sosta, quella d’ottobre. 16 punti, guarderà tutti dall’alto verso il basso, ma quando si ricomincerà sarà pressione. Ti vedono con occhi diversi quando sei da solo lassù, inevitabilmente.
Soprattutto perché al centro dei riflettori c’è stato Stamford Bridge. Con l’esplosione al fotofinish, timbro romanzesco del predestinato Estevao, Maresca alla Mourinho/Conte con 50 metri di corsa ed ex capolista Liverpool battuta all’ultimo respiro. Un 2-1 in cui sarebbe potuto succedere di tutto e che permette pure al giovane Chelsea (campione del Mondo, da non scordarselo mai) di tornare lassù, in lizza con le prime della classe, ma che soprattutto significa terza sconfitta consecutiva per il Liverpool di Slot campione in carica. Un club che estate scorsa ha incassato tanto, va detto, ma speso un’enormità. E soprattutto, per una squadra che vinto, ha cambiato tanto. Slot ha toccato quanto vinto ma costruito da Klopp, forse troppo. Sir Alex sussurrerebbe che le grandi non perdono mai tre partite di fila; in un certo senso eco di Van Dijk che spiega quanto e come quest’anno, per quanto vissuto dentro fuori (Diogo..) sarà complicatissimo. Un assist alla stampa, ai media, che fa rumore. Salah per la prima volta dopo tanti anni in grossa difficoltà, sincronismi e meccanismi che non funzionano, Wirtz acquisto record ancora oggetto misterioso e c’è già chi ne chiede panchina. Insomma, fa rumore. Mondo Reds: incertezze, qualcosa scricchiola? Ma siamo solo all’inizio, ed i Reds restano tra le favoritissime, comunque.
Altro che scricchiolare invece a Nottingham. Chi proprio traballa è Postecoglou, definito 007 nelle ultime ore tra media e social. Zero vittorie, zero porte inviolate, sette partite. Subentrato a Nuno Espirito Santo (che ha già trovato panca eccome, al West Ham) per scelta troppo frenetica di un vulcano Marinakis, il Nottingham è crollato. Tutt’altro tipo d’allenatore: altro che solidità, approccio ultraoffensivo, a tratti persino scellerato, ne sanno qualcosa i tifosi del Tottenham. E non è detto che Marinakis, così tumultuoso, possa ancora tornar sui suoi passi e cambiare ulteriormente direzione, in piena sosta. Forest sconfitto anche a Newcastle in una domenica che ha descritto il pesante successo di un Manchester City in ricostruzione a Brentford (ancora Haaland, Guardiola comunque in scia); e attenzione proprio al Manchester City, perché quella vecchia volpe di Pep nell’opinione di chi scrive aveva già iniziato processo ricostruzione gennaio scorso ed oggi (Montecarlo fa rumore ma può ingannare) e adesso, forte pur di Gigio stesso, sta solo affilando le armi. Chissà se allievo Arteta dovrà tornarsi a guardare proprio e ancora da maestro Pep, due anni dopo. Chiudiamo, a proposito di vecchie conoscenze guardiolane, con Jack Grealish: rinascita britannica, tra cura Moyes e affetto Blues vecchi fasti e grosso impatto all’Everton, timbro fortunato ma decisivo a suggellare un periodo di forma splendido: 2-1 all’ultimo respiro e nuovo stadium sulle rive del Mersey impazzito, crolla storia nella storia la resistenza di uno stoico Palace che perder proprio non sapeva più cosa significasse (a proposito d’altra bontà, Glasnier).

