MIAMI – E fu così che dopo Sergi Busquets un altro volto straordinariamente illustre e nel suo mestiere altrettanto rivoluzionario, decise di appendere gli scarpini al chiodo a fine stagione. O meglio, alla fine dell’attuale edizione MLS, a fine 2025, sostanzialmente. Dopo quel perno di classe infinita, ago della bilancia di un Barcellona rivoluzionario come quello di Guardiola, terzo elemento perfetto e bilanciatore tatticamente sopraffino a completare terzetto con Xavi e Iniesta, leggendario.
Ufficiale il ritiro dal calcio giocato anche di Jordi Alba, da ieri sera. Un susseguirsi di tributi, post e dediche social, per tutta la notte oltreoceano e fiume pure nelle ultime ore, Messi su tutti. D’altronde hanno scelto di chiuder tutti insieme, quel blocco leggendario lì, riuniti all’Inter Miami da David Beckham, a proposito di classe e romanzo calcistico. Anche Alba, dunque, appenderà gli scarpini al chiodo al termine della stagione.
Non fece parte del Treble del 2011 e di quella schiacciante e poetica vittoria a Wembley col glorioso Manchester United di Ferguson, arrivò leggermente dopo; ma proprio in quegli anni lì esplose col Valencia e già Guardiola, mente di quella perfetta architettura poetica e rivoluzionaria, lo scelse, lo elesse come fluidificante perfetto del futuro e del calcio spagnolo e Mondiale.
Tra i primi ad interpretare e ribaltar ruolo del fluidificante moderno. Che fluidifica sì, ma non solo sulla fascia o rispettiva corsia, bensì pure dentro, a centrocampo, dove viene a palleggiare per aumentar densità di linee di passaggio. E proprio laddove il centravanti è lo spazio, filosofia guardiolana doc nata con quel Barcellona mitologico, anche lui si faceva trovar pronto. Un terzino, pensate. All’epoca fantascienza. Ne sa qualcosa l’Italia di Prandelli. Il calcio saluta e dunque ringrazia una delle stelle più luminose del nuovo millennio.

