ROMA – Non sarà con ogni probabilità a tinte squisitamente azzurre il futuro di Matias Soulé. L’asso argentino, quest’anno all’anno dell’attesa definitiva consacrazione con quel Gasp che già ha mostrato a tutta la Serie A come sappia come pronostici valorizzarlo finalmente forse come mai nessuno prima d’ora, sogna soltanto l’Argentina.
Matias vanta passaporto comunitario. E può esser naturalizzato italiano, secondo regolamento. D’altronde, grazie alla mamma Virginia Materno, vanta nonni materni originari d’Ancona. Pur essendo stato convocato da Scaloni in passato, non è mai stato ufficialmente utilizzato. E le norme internazionali stabiliscono che se un giocatore non ha giocato più di tre partite con la prima nazionale prima d’aver compiuto 21 anni, può scegliere un’altra destinazione.
Ma senza giri di parole, come tra l’altro paventato a Spalletti nel 2024 tant’è che stavolta non c’è stato nemmeno di bisogno di giri di parole, Matias Soulé si sente argentino a tutti gli effetti e sogna soltanto di riconquistare una volta e per tutte, entrando in pianta stabile nella lista dei convocati, la nazionale Albiceleste.
A chiuder definitivamente giochi e prospettive, annesso soprattutto piccolo tam-tam e chiacchiere azzurre decollate settimana scorsa, c’ha pensato proprio direttamente il commissario tecnico della Nazionale Argentina, Lionel Scaloni. Chiacchere evidentemente, quelle tricolori, arrivate pure in Sudamerica. Tant’è che in conferenza stampa alla vigilia dell’amichevole col Porto Rico il CT albiceleste, interpellato dai giornalisti presenti sul posto stuzzicati dalle voci italiane, ha sentenziato: “Soulé con l’Italia? Non credo sia possibile, lo seguiamo da tempo. Vediamo in lui il futuro della nazionale, presto avrà le sue occasioni, non ci saranno problemi”.
Insomma, inequivocabile. Soulé sogna l’Argentina, Dybala il suo principale amico, alleato e sponsor, evidentemente. Presto, con ogni probabilità, fioccherà la definitiva chance. Con un sogno nel cassetto: i Mondiali d’America 2026.

