Falsi matrimoni per il permesso di soggiorno: chiusa l’indagine su 13 persone tra Umbria, Toscana e Marche
Cronaca
16 Ottobre 2025
Falsi matrimoni per il permesso di soggiorno: chiusa l’indagine su 13 persone tra Umbria, Toscana e Marche

Falsi matrimoni per il permesso di soggiorno: chiusa l’indagine su 13 persone tra Umbria, Toscana e Marche Un’organizzazione, che secondo gli inquirenti aveva come referente un tunisino di 40 anni residente nelle Marche, avrebbe messo in scena matrimoni fittizi con cittadini italiani in cambio di oltre 10 mila euro per ciascun caso.

Sette i matrimoni irregolari già accertati. La Procura di Perugia ha concluso le indagini nei confronti di 13 indagati, ipotizzando un’associazione per delinquere finalizzata a reati in materia di immigrazione e, tra gli altri, alla falsità ideologica in atto pubblico per richieste di pubblicazioni matrimoniali prive della cosiddetta affectio coniugalis.

Le attività del Nucleo Operativo e Radiomobile dei Carabinieri di Orvieto hanno portato a una custodia cautelare in carcere per il 40enne e all’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per quattro persone (tre donne e un uomo, 25–43 anni) residenti tra le province di Terni e Siena.

Per gli inquirenti il gruppo operava stabilmente tra Terni, Perugia e Siena. Lo schema contestato: dopo aver favorito l’ingresso in Italia di stranieri già presenti irregolarmente in Francia, i membri del gruppo li ospitavano e assistevano, quindi organizzavano il matrimonio con cittadini italiani consenzienti.

Il pagamento — superiore ai 10 mila euro — avveniva in parte in contanti e in parte con bonifici frazionati sotto i mille euro o trasferimenti tramite circuiti internazionali (Western Union, RIA, MoneyGram) per evitare tracciamenti. Le celebrazioni si sarebbero svolte nei Comuni di Chiusi (SI) e Fabro (TR), con sposi italiani che — sempre secondo l’accusa — dichiaravano falsamente l’intenzione di costruire un rapporto stabile mentre agivano per profitto. Identificati finora sette cittadini maghrebini che avrebbero beneficiato del sistema.

Con la notifica della conclusione delle indagini, gli indagati potranno presentare memorie e documenti difensivi, anche tramite i propri legali.

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