ROMA – Doveva essere Inter. Evidentemente le divinità calcistiche lassù avevano spirato ed espresso il loro volere. Per i nerazzurri banco di prova, forse determinante, per dimostrar d’aver trovato continuità: serviva coronar la risalita e dopo sosta, nel grande scontro Capitale, tornar lassù, in alto, in vetta. E così è stato: l’Inter ha sbancato l’Olimpico, battendo 1-0 la Roma di Gasperini. 

Ma è stata splendida, la Roma della ripresa. Perché ha creato tanto, tantissimo, pur senza concretizzare, aspetto su cui senz’altro Gasp spingerà in settimana a Trigoria. Primo tempo contratto, più Inter, più lesta, più esperta, a manovrar, amministrar e castigar. Pur con Bonny, che sfrutta lo scivolone su fuorigioco di N’Dicka, che fa quasi notizia, alla peggior partita con la maglia della Roma in un triennio di straordinaria solidità.

Nella ripresa fioccano le occasioni giallorosse, ma nessuno (tantomeno Dovbyk, e qui tam-tam capitolino in arrivo e rilanciato alla potenza nelle prossime ore) finalizza. Nemmeno Dybala, ripartito falso nueve senza successo, ma riammirato in discreta condizione fisica. Nel complesso, la direzione della Roma è quella giusta: queste sono sconfitte che devono rinforzare l’idea che si sta inseguendo, forse la prestazione più convincente dell’annata, paradossalmente. Dall’altra parte, quella nerazzurra, tante scelte e l’esperienza di un blocco rimasto lo stesso ma accompagnato da nuova e giovane linfa, come il marcatore che deciderà la partita, per l’appunto.

Un successo, quello interista davanti ad una splendida cornice di pubblico come l’Olimpico giallorosso, che permette a Chivu di riagganciare Gasperini a quota 15, ma non solo. Perché stecca clamorosamente pure il Napoli che, senza McTominay e Hojlund last minute, esce sconfitto a Torino: orgoglio Baroni, resurrezione granata. 15, 15 e 15. Domani la clamorosa possibilità per il Milan d’Allegri di beffar e scavalcar tutti, in un colpo solo, e centrare la testa della classifica.