VIENNA – Alla fine, De Minaur. L’australiano ha rispettato i pronostici ed ai quarti di finale del 500 di Vienna ha battuto Matteo Berrettini centrando l’accesso alle semifinali. Ma il Martello capitolino è tennisticamente vivo, vivissimo. Qualcosa che non può far altro che piacere, e di conseguenze riempir il cuore di gioia, a tutti i milioni di appassionati del tennis azzurro con grande affetto, ormai, per le sorti del capitolino.
Che dopo un’estate tormentatissima, l’ennesima della sua carriera, per quel problema all’addome che lo costrinse al sentimentalmente dolorosissimo ritiro davanti alla sua gente agli Internazionali di Roma, era sì tornato per diverse apparizioni asiatica, ma senza lasciar traccia e sostanzialmente uscendo subito da ogni competizione. Diversa la storia a Vienna, diversa la storia in un circuito tra l’altro così importante.
Ma dopo due successi, dopo soprattutto quella battaglia estenuante con Norrie di ieri, stavolta non c’è stato niente da fare. 6-1 senza storia ma, se vogliamo in maniera ancor più gloriosa contro quello che resta testa di serie numero tre della competizione, nonostante prosciugato d’energie fisiche tira fuori l’orgoglio e soprattutto quelle mentali, costringendo l’australiano a vincere solo 7-6 nel finale. Matteo esce, sì, ma a testa altissima. Vivo, anzi vivissimo.


