TORINO – Aveva da poco presentato il  libro di memorie di Augusto Grandi, era stimato e benvoluto da tutti, coi suoi modi vecchie maniere e soprattutto quel sorriso, travolgente. Fino a stamani, lui, cittadino illustre di Sauze d’Oulx, e quella notizia agghiacciante che ha trafitto i cuori della comunità, del Piemonte e di quella Torino dove stava trascorrendo gli ultimi anni.

Giuliano Besson non c’è più. Sci italiano in lutto. Uno dei fiori all’occhiello di quella celebre Valanga Azzurra se n’è andato, colto da un malore improvviso all’alba di una fresca mattina piemontese. Sci azzurro in lutto per la perdita del mitologico 75enne, così come il mondo della moda: smise presto la sua attività professionistica per dedicarsi all’abbigliamento dove, col socio Anzi, fondò un marchio che fece successo anche oltre i confini nazionali.

Nel corso della sua vita, oltre ad aver ricoperto ruoli amministrativi nella piccola comunità del suo cuore Sauze d’Oulx, gestiva strutture alberghiere assieme alla sua famiglia; ma senza nascondersi, sono le gesta sportive quelle che straordinariamente ancora riecheggiano e per sempre faranno parte della storia dello sport e dello sci azzurro. Generazionali, perché quelle di un’altra epoca: quel genio ribelle che centrò quel clamoroso secondo posto sulla Streif, la medaglia d’argento nella discesa di Kitzbuehel del 26 gennaio 1974.