NAPOLI – Una Serie A sempre più avvolgente. E coinvolgente. Dalle trame di questo primissimo scorcio di stagione. Già, proprio perché siamo solo all’inizio. E se il buongiorno si vede dal mattino, ci sarà da leccarsi il baffi perché evidentemente, borsini e contenuti che variano e si ribaltano nel giro di pochi giorni, sarà corsa al titolo straordinaria.
Con tante potenze in lizza. Stavolta, e forse la bellezza del Football resta proprio questa, la spallata la da quella su cui ieri sera gli scommettitori avrebbero investito meno fiches. Ha vinto il Napoli, ha vinto Napoli, sostenuto dal suo popolo. Perché Allegri doveva allungare ed invece nel Friday Night di San Siro non è clamorosamente andato oltre il 2-2 col Pisa e ad approfittarne diventano proprio i campioni d’Italia. Sì, proprio loro, proprio dopo le sei sveglie di Eindhoven.
Tris all’Inter. Col calcio di Conte, che in emergenza blocca ancora Lucca e lancia Neres falso nueve. E allora walzer dei centrocampisti. Prima KDB che clamorosamente segna dal dischetto quel rigore che gli costa stiramento (ansia, esami nelle prossime ore), quindi McTominay, quindi Anguissa. Negli episodi, Napoli più tosto, incisivo, campione in carica. Calha dal dischetto riapre solo: finisce 3-1 al Maradona. Napoli che torna in testa alla classifica. Napoli 18, Milan 17, Inter (e Roma..) 15: allacciatevi le cinture.
Una gara dove c’è stato tutto. Tanto. Anche sfumature bollenti da calcio italiano. Non solo dai legni nerazzurri, ma soprattutto proteste, veleni, recriminazioni. E tensione, come quella ancora una volta anni dopo tra Lautaro e Conte, battibecco a distanza piuttosto infuocato.

