E dunque Città del Messico rischia d’aver cambiato l’esito di un Mondiale e di una stagione di Formula Uno che soltanto settimane fa sembrava chiaramente spirare McLaren sì, ma tutto Oscar Piastri. Invece Lando, silenziosamente, ha completato il sorpasso sul rivale e collega Papaya, una volta che la Scuderia avesse completato già mateticamente la missione Costruttori.
Norris ha completato il sorpasso. E’ partito forte, ha vinto una pole straordinaria e dominato un GP, francamente, mai in discussione. E forse proprio questo ha contribuito ad aiutarlo. D’altronde, sia lui che Piastri, guidano astronavi. Chiude primo e sfrutta il quinto posto proprio del collega per completare una missione che sia in F1 sia intrinsecamente nel mondo McLaren non può che far rumore: 357 punti Norris, 356 Piastri. Si infiamma il GP per quella che sarà una questione tutta interna: chissà quanta tensione oltremanica nelle prossime settimane, il mondo Papaya dovrà esser bravo a gestir le due fiamme.
Ora, completata la rimonta (una gran rimonta, per carità) sfruttando un Piastri che ha perso lucidità e brillantezza probabilmente ed evidentemente a cavallo da Baku e Messico, spetta a Lando Norris. Già, quel Lando che per tanti anni ha dimostrato di saper regger bene poco la pressione. Adesso, a 4 dalla fine (e doppia Sprint) e col volante che scotta, si ritrova davanti a tutti e davanti al collega e compagno di scuderia. Riuscirà a reggere pressione, una volta per tutte e nel momento più importante?
