TORINO – Si registra e colleziona il primo fallimento Damien Comolli. Cambia l’ordine degli addendi ma in casa Juventus evidentemente il risultato non cambia. Salta Igor Tudor. Arrivato pochi minuti fa anche il comunicato ufficiale: l’allenatore croato non sarà più tecnico bianconero. Da Giuntoli e Motta a Comolli e Tudor: la nuova stagione è iniziata sulla falsariga della precedente.
Che proprio Tudor venne per salvare e traghettare la squadra al quarto posto. Ma in un’estate di riassestamento societario ed economico e senza particolari investimenti, Comolli decise non soltanto di tirar i remi in barca e confermare il traghettatore ma bensì, dopo aver speso parole d’elogio, allungargli e rinnovargli il contratto.
Salvo poi evidentemente sfiduciarlo dopo appena due mesi stagionali. Doveva esser settimana decisiva, quella a cavallo tra Madrid e Lazio post disfatta e lezione di Como: così è stato. Juve spenta, lenta, prevedibile. Senza gioco ma soprattutto, ciò che in casa bianconera per dna fa sempre rumore, senza mordente. Quel dna che Tudor avrebbe dovuto rinsaldare, quantomeno.
E’ così che si chiude dopo soli sei mesi l’avventura da tecnico in prima squadra di Igor Tudor alla Vecchia Signora. Mercoledì c’è l’Udinese: in panchina va Brambilla, soluzione interna. Non è escluso che la stessa soluzione low cost diventi a sua volta nuovo traghetto fino a fine stagione. Piazza che chiaramente non gradirebbe, piazza che ambisce al nome grosso: sullo sfondo sempre Mancini e Spalletti.

