BERGAMO – Alla fine Max si prese il punto. Già, un pari. Che a Bergamo, negli ultimi anni, è sempre potenzialmente prezioso. Semmai è la gara col Pisa di venerdì scorso che sporca un pochino il cammino rossonero. Atalanta-Milan è finita uno a uno, forse il match più di cartello di un’infrasettimanale che martedì sera abbiamo appena assaggiato, dalla staffilata di Ricci al bolide dell’asso rimasto a forza e che si sblocca, Ademola Lookman, tutto nel primo tempo.
Nel complesso, ai punti, molto più Dea: convincente, a tratti dominante, a tratti tambureggiante. Ma è mancata zampata giusta e dall’altra parte c’è stata mentalità: i punti, i fatti, che ti rendono grande a queste latitudini, quelle da Serie A. Per l’Atalanta invece resta l’orgoglio di una prestazione così senz’altro, ma allo stesso modo i rimpianti per l’ennesimo pareggio e per una classifica che, tra punti persi nei primi due mesi Juric, non si stappa.
Un punto che per i rossoneri sarebbe stato quasi da venerare se a Lecce il loro vecchio gioiellino di famiglia avesse trafitto Napoli: così non è stato, baby Camarda s’è fatto ipnotizzar anche lui da Milinkovic-Savic e Conte, alla fine, l’ha fatta franca con le sue armi, quelle grosse e fisiche, palle inattive e ancora Zambo Anguissa per l’uno a zero azzurro in Salento con cui s’è aperta la nona giornata di Serie A e l’infrasettimanale partita martedì. Napoli che prova a scappare e mettere ancora, in maniera vincente e contiana, fieno in cascina.
Solo la Roma se dovesse battere il Parma può raggiungerla ancora, a braccetto, altrimenti chiuderà capolista fino al weekend. Mercoledì in campo proprio i giallorossi col Parma, la Juve che aspetta Spalletti con l’Udinese, il Como che torna sul Lago stavolta col Verona; alle 20.45 sarà invece la volta di Inter-Fiorentina, Genoa-Cremonese e Bologna-Torino.
