CIVITAVECCHIA – Civitavecchia, la città che diede alla luce Franco Angioni, saluta uno dei più grandi straordinari condottieri mai offerti all’Esercito italiano. Parliamo del Generale che ieri s’è spento all’età di 92 anni. Parliamo di un gigante dalla vita gigantesca, nato proprio sul tirreno nel lontano 1933; una carriera di gavetta, illuminata, fino a ricoprir per la patria ruoli di assoluto prestigio, ma di responsabilità quindi spessore.
Alla fine degli anni settanta divenne vicecomandante della squadra dei paracadutisti della Folgore, ma fu nel 1982 che onorò solo come egli seppe fare l’incarico più importante: scrisse pagina di storia italiana a capo di Italcon, la missione tricolore nel contingente in Libano per la forza di pace multinazionale in Libano, dove addestrò tra libri e cultura 2500 soldati alle sue direttive per farsi apprezzare dalla popolazione locale.
Nel nuovo millennio anche un’esperienza politica quando fu eletto alla Camera dei deputati come indipendente tra Democratici di Sinistra, nel 2001. Uno dei più grandi. Una vita in giro per il mondo, ma purissime radici civitavecchiesi.
Non tutti ricorderanno come il Generale, da giovane, ebbe esperienze straordinarie e prestigiose anche nel mondo del canottaggio. Per questo, non poteva mancare il cordoglio della FIG, la Federazione Italiana Canottaggio: “Angioni, dal 1954 a 1956, remò per la Canottieri Armida e furono per lui due bellissimi anni. Sfiorò la partecipazione Olimpica a Melbourne 1956 nel doppio allenato da Riccardo Steinleitner olimpionico a Berlino 1936 e poi anche D.T della Nazionale Italiana. Il Presidente Gian Luigi Favero e la SC Armida tutta si stringono attorno alla famiglia nel ricordo del Generale”.

