FROSINONE – Nel calcio sussistono delle tappe, degli aspetti e delle sfumature (che per carità, devi sempre saper cogliere) che spiegano come quel cammino intrapreso sia quello giusto o meno. Se la strada sia quella corretta, o meno. Bene, quest’estate il Frosinone Calcio ha scelto la strada giusta. Tanti cambiamenti dopo un’annata disastrosa, tanti cambiamenti soprattutto se consideriamo la fine di un’era pluriennale e così longeva, quella Angelozzi. In tribuna Castagnini, in panchina Alvini: il presente è completamente diverso, ma il futuro è tornato ad esser roseo.
E lo dimostra anche il festival giallazzurro di ieri sera. Perché quei punti persi a Marassi, nonostante una prestazione così sfavillante e così di personalità sul campo più storico e prestigioso dell’intera cadetteria, potevano intaccare morale e soprattutto fiducia in ciò che si fa, in ciò che si prova, nei meccanismi, nel calcio e nell’idea proposta da Alvini, soprattutto dopo due sconfitte. Invece non è stato così, anzi. Il Frosinone è evidentemente uscito da Genova con grossa autostima per quanto offerto, prodotto, per una prestazione dominante che tra pali e legni avrebbe meritato ai punti qualcosa in più. Mentalmente, l’ha letta bene.
Raimondo, Bracaglia, Zilli e Koutsoupias. Un festival, un poker rotondo con cui il Frosinone ha demolito l’Entella. E c’è un altro aspetto da sottolineare: non soltanto quanto chiaramente sia stato raccolto seguendo solco e strada di Genova in termini di fertilità realizzativa, non soltanto quanti calciatori porti dentro l’area avversaria quando manovra si estende con fluidità ed armonia la squadra, ma soprattutto quanto e come sia stata da grande team la pazienza dimostrata per sbloccarla: senza perder lucidità, il gol sarebbe arrivato. E poi sarebbe stato tutto più semplice, poi l’orchestra avrebbe suonato, eccome.
Un’orchestra che ha intrattenuto, e qui confluiamo nell’aspetto più importante, il popolo dello Stirpe. Che tanto per cambiare anche nei primi freddi autunnali di fine ottobre non ha mancato occasione di palesar vicinanza alle sorti del club della propria città. Ed è stato ripagato. Intrattenuto, s’è divertito. Ha gioito, ha sorriso, ha esultato. Frosinone d’Alvini: è solo l’inizio, ma la strada è quella giusta.

