PISA – Si chiude la nona giornata di Serie A. Archiviato pure il primo turno infrasettimanale dell’anno. E si chiude senza particolari emozioni, stavolta. La Lazio infatti fallisce la missione continuità non andando oltre un pari a reti inviolate sotto la Torre di Pisa. Un punto che, senza nascondersi, non può soddisfar nessuno, in casa biancoceleste. Dopo la Juventus e la vittoria più prestigiosa della complicatissima seconda era Sarri, ci si aspettava qualcosa di più, ci si aspettava di sfruttar l’onda e inanellare successi consecutivi, scalando graduatoria che resta da metà classifica.
Partita noiosa e di studio fino alla mezzora, quando la Lazio che dovrebbe esser quella comunque qualitativamente più forte inizia a creare diverse occasioni alcune pure clamorose: cioccolatino di Zaccagni per Isaksen che superficiale divora il vantaggio, stavolta l’uomo del momento Basic centra soltanto palo interno e si va all’intervallo a reti inviolate. Dovrebbe esser soltanto antipasto di una Lazio chiamata ad alzar i giri del motore nella ripresa e spingere per sbloccarla invece i cambi di Sarri stavolta non convincono (per carità, i cambi son pochi), i giri si abbassano e tra torre, fisico e sacrificio a sfiorar più volte il vantaggio diventa soltanto il Pisa. Alla fine, dunque, pari e patta.
Terzo cleen-sheet, quinta gara da imbattuta, minimo di striscia positiva.. ma non è abbastanza. Un punto a Pisa, se ti chiami Lazio, non può esser abbastanza. Sugli altri campi colpo esterno del Sassuolo a Cagliari, pur senza Berardi: ci pensano Laurienté e Pinamonti, 2-1 in Sardegna, grosso successo salvezza per.. Grosso.

