PARIGI – Ha del clamoroso quanto sta accadendo a Parigi negli ultimi giorni, nelle ultime roventi tennistiche ore. L’ultimo grande 1000 previsto dal circuito ATP ha scritto un climax stucchevole, di quelli che ribaltano ogni previsione, ogni scenario, ogni orizzonte. La bellezza dello sport. L’eliminazione di Alcaraz ha lasciato tutti a bocca aperta, ribaltato e rimontato dal britannico Norrie addirittura al primo turno.

Alla lunga quel duello generazionale tra Sinner e proprio Carlos non può vincere ogni torneo; già, ma alla lunga. Impensabile non immaginarseli ormai fino in fondo. E quindi quel che fa ancor più clamorosa e, corpo d’articolo, soprattutto la differenza in termini concreti e di ranking, è proprio l’eliminazione già al primo turno. Non prende più punti.

E quel che sembrava impossibile, ovvero quel sorpasso per tornare numero uno al mondo che Sinner preparava e sognava soltanto in prospettiva 2026, può invece diventar realtà già entro la fine dell’anno. E già entro la settimana. Se vince, è sorpasso. Se vince i Masters 1000 di Parigi, non sarebbe soltanto il quinto titolo dell’anno clostebol, bensì quello più importante. Bensì restar in sella, al comando, nell’anno dell’esplosione totale e planetaria di Alcaraz.

Con Carlos che in un sol boccone rischia di gettar alle ortiche tutta la grande rincorsa su Jannik coronata e realizzata in America. Ma intanto vietati voli pindarici, un passo alla volta. Battuto Bergs, in scioltezza, stasera c’è già Cerundolo per gli ottavi: ecco perché quella che sembrava una mission impossible, va costruita a tappe. Passo dopo passo. Col Bel Paese a soffiarti dietro, Jannik.