TORINO – Presentazione mediatica. Iniziato a tutti gli effetti il matrimonio più discusso dell’ultima settimana, quello tra Luciano Spalletti e la Vecchia Signora, subentrato all’esonerato Tudor tra primo bagno di Continassa e J Medical con annesso annuncio nella serata di giovedì e le prime parole, la fatidica conferenza stampa, prevista per venerdì all’ora di pranzo.
Senza girarci intorno, l’attenzione (non juventina, ma mediatica italiana) verteva sul presunto tradimento ad un popolo, quello azzurro, lui trascinatore e condottiero del terzo scudetto, che ha scelto e sposato stavolta i rivali di sempre, da quelle parti: “In tutte le città dove ho allenato ho lasciato ricordi indelebili. A Napoli è venuta fuori qualcosa di superiore per bellezza del calcio e per quello che abbiamo portato a casa, uno Scudetto, ho instaurato un rapporto con quel campionato e con quel popolo particolare, rimarrà tutto intatto. Alcune dichiarazioni che la gente utilizza ed estrapola vengono decontestualizzate per attaccarmi. E’ chiaro che non potevo smettere di far l’allenatore perché sono stato a Napoli. Io dovevo aver rispetto, in quel momento specifico, della società e della gente. Per me non cambierà mai nulla. Io avrò sempre tantissimi amici a Napoli. Napoli mi rimarrà sempre nel cuore aldilà di ogni scelta professionale. Stamani dovevo fare delle analisi, ho voluto dar l’altro braccio, non quello del tatuaggio, per rendervi l’idea di quanto volessi mantenerlo intatto”.
Oggi tra l’altro è già vigilia. Domani debutto su un campo ostico, Cremona, ma la Juve è la Juve, la classifica non aspetta e le altre corrono, c’è già necessità di punti: “Dobbiamo lavorare in maniera forte per restar al passo della ambizioni di questo club. Se non avessi creduto che questa squadra avesse delle potenzialità, non sarei venuto, non avrei accettato un contratto di otto mesi. Per quella che è stata la mia carriera non ho minimamente bisogno d’esser assicurato al mio futuro, non devo star per forza in una situazione perché son legato da un contratto. Bisogna tentare di rientrare in Champions League, per un club come la Juventus. Giro scudetto? Perché no, siamo sempre la Juventus. Saranno le cose fatte in campo a determinare il mio futuro. Nessuna difficoltà di accettare un contratto di questo genere così, alla fine si tireranno le somme. Visto quello che è successo recentemente qui, anzi, fossi stato la Juventus avrei fatto anche io così”.

