MILANO SAN SIRO – Alla fine Milan. Alla fine ancora Max Allegri. Alla fine di una delle gare più vissute di questo avvio di stagione, strameritatamente cartello e posticipo serale del decimo turno di questa Serie A 25/26. Hanno vinto i rossoneri, uno a zero, marcatore a sorpresa per modalità: Pavlovic, sì, in contropiede e percussione.
Ma c’è stato proprio tutto. Film e climax all’interno di quasi 100 minuti. Una Roma bella, frizzante ed a tratti persino dominante per la prima mezzora. Unica colpa? Non trovar fendente giusto. Gasp gioca, Max prende le misure e sceglie le pedine con cui ripartire. Guida Leao, di questi tempi tornato alla miglior versione. Allora break, di quelli che ti spaccano e rovesciano le partite e portano avanti l’altra sponda, quella milanista, all’intervallo lungo.
Nella ripresa poderoso Milan, di forza e di personalità spinto e sospinto dal San Siro delle grandi occasioni. Grandi occasioni come quelle create ma stavolta non capitalizzate. E allora Roma per tutta la seconda metà della ripresa, fino alla fine. Roma che troverebbe la chance più grande, quel calcio di rigore, ma Maignan ipnotizza Dybala, fa esplodere il Meazza e regala tre punti che consentono ad Allegri di riagganciar Gasp e spiegar ancor perché resta istituzione a queste latitudini.
Finale vibrante, intenso, animi tesi e clima bollente. C’era tutta Italia incollata ai teleschermi, sono queste le gare che ti fanno grande, quelle in cui puoi mandar spot a tutto il resto del campionato. Nei momenti grossi, nei grandi palcoscenici. La Roma esce tra rabbia, delusione, ma personalità e rimpianti. La Roma c’è. Il Milan, probabilmente, per matrice, quest’anno avrà qualcosa in più, in termini di fiches da giocarsi in chiave scudetto. Ma nel frattempo sono tutte lì: 22 Napoli, 21 Inter, Roma e Milan.


