FIRENZE – Una contestazione tumultuosa. Fuori dal Franchi, fino a sera. Fiesole in piazza e, come volevasi dimostrare, terremoto è stato. La sconfitta interna col Lecce l’ultimo capitolo, quello finale e goccetta che destino non vedeva l’ora di far traboccare, dell’amarissimo ritorno di Stefano Pioli a Firenze. Che scelto da Pradé aveva come per stessa ammissione promosso mari e monti, ma non poteva esister mai ritorno calcisticamente più drammatico: 4 punti in 10 partite, penultimo in graduatoria e piena zona retrocessione. Squadra in ritiro, fino a nuova comunicazione.
Saltato prima della gara chi l’aveva scelto e sempre difeso, proprio direttor Pradè, Pioli ha perso pure coi salentini (tra l’altro scontro salvezza, situazione disperata): squadra a prendere contestazione, tecnico da solo verso gli spogliatoi. Dove di lì a poco sarebbe arrivata chiamata del club e quella del suo avvocato: mettersi d’accordo per la buonuscita (probabilmente un anno di contratto) per ratificare l’esonero. Non poteva essere altrimenti. Probabilmente già nelle prossime ore arriverà l’annuncio ufficiale.
In Conference giovedì va tecnico giovanili Galloppa, domenica altro scontro rovente col Genoa; entro la sosta va scelto direttore e allenatore, clamoroso. Sui tecnici, c’è da scegliere tra traghettatore ed immediata ripartenza per ricostruire. O forse, secondo versante, per riprendere un percorso interrotto a sorpresa a maggio, quando Palladino si dimise proprio per, secondo voci di corridoio, contrasti con Pradé. Ora quel direttore non c’è più, la piazza lo riprenderebbe, i calciatori non desiderano altro. Ecco perché Palladino va tenuto lì.
Ma se dovesse decidere una figura influente in società come Goretti, in pole ci sarebbe una metà strada tra traghettatore e ricostruzione: sicuramente qualcuno che conosce e (tra l’altro legato) l’ambiente, qualcuno che saprebbe riaccendere sacrificio e spirito battagliero, quel Paolo Vanoli sondato anche dal Genoa dove però resta in pole Daniele De Rossi. DDR che poteva diventar soluzione viola, se fosse rimasto Pradé. Terza scelta, sullo sfondo ma da inserir in lizza, anche Thiago Motta.

