ROVIGO – Nel tardo pomeriggio di lunedì, in una villa della frazione di Grignano Polesine (provincia di Rovigo), un uomo di 68 anni ha esploso dei colpi d’arma da fuoco contro un gruppo di malviventi che si era introdotto nella sua abitazione con volto coperto e presumibilmente armato. L’intervento ha causato il ferimento di uno dei ladri, mentre gli altri sono riusciti a fuggire nei dintorni.
Secondo gli inquirenti, si trattava del secondo tentativo di furto che la vittima aveva subito in quella casa. Al sopraggiungere dei malviventi, l’uomo – in possesso di un’arma regolarmente detenuta – ha reagito, aprendo il fuoco per respingere l’intrusione.
La particolare rilevanza del caso deriva dal fatto che la Procura di Rovigo non ha iscritto il proprietario nel registro degli indagati, in considerazione delle nuove disposizioni sulla legittima difesa domiciliare. L’inchiesta procede al momento contro “ignoti” per il reato di tentata rapina aggravata: gli autori hanno agito in gruppo, con travisamento e all’interno di un’abitazione.
La presidente del Consiglio ha commentato l’accaduto con una dichiarazione sui social: «La difesa è sempre legittima». Il messaggio dà risalto all’intento delle norme recentemente approvate di tutelare chi reagisce a intrusioni nella propria abitazione.
Al momento sono in corso le indagini della polizia: sono stati ascoltati testimoni, visionate immagini di videosorveglianza e attivati gli accertamenti sugli ospedali della zona, per verificare l’eventuale accesso di persone ferite da arma da fuoco.
L’episodio riporta all’attenzione pubblica il tema della proporzionalità della difesa e del confine tra reazione legittima e uso eccessivo della forza. La normativa vigente stabilisce che, in determinati casi di aggressione domiciliare, l’azione difensiva può essere considerata giustificata, a patto che non ci sia desistenza da parte dell’aggressore e che sia percepito un pericolo imminente.
In questo caso, la reazione ha avuto luogo all’interno dell’abitazione, nel momento in cui i malviventi erano ancora sul posto e non ancora in fuga. È questo elemento che ha determinato, secondo gli inquirenti, l’applicazione della tutela prevista dalla legge.
L’uomo, ancora sotto shock per l’accaduto, ha deciso di non rilasciare dichiarazioni dirette, mentre nel vicinato l’episodio ha suscitato un ampio dibattito sul diritto alla difesa, sulla sicurezza in casa e sul ruolo dello Stato nel garantire protezione ai cittadini.


