MANCHESTER – I media britannici hanno celebrato uno dei più grandi di sempre. I suoi ragazzi, ieri sera, hanno fatto lo stesso. Non poteva sognare maniera migliore Pep Guardiola per festeggiare le sue mille rivoluzionarie e vincenti panchine da professionista. Uno dei più grandi, indiscutibilmente, del terzo millennio. E che ha scelto di restare a Manchester, ancora una volta in sella al suo City, per ricostruire e vincere ancora. Esprimendo, inventando, sempre un passo avanti agli altri. Splendidi video tributo dei colleghi, particolarmente emozionante quello del suo rivale di sempre Jurgen Klopp, carico d’affetto, rispetto e adesso, con occhi lucidi, anche d’amicizia. Jurgen che resta a significare Liverpool, quei Reds con cui prima della sosta novembre forse già la Premier avrebbe eletto l’anti-Arsenal, quest’anno dopo tanti tentativi a vuoto ma salda bussola d’ambizione massima favoritissima per il titolo finale. Ebbene, crisi di 12 mesi fa esatti superata comprendendo sempre un passo avanti agli altri quanto e come quel ciclo dei KDB, Gundo e Grealish fosse terminato; rivoluzione anticipata già a gennaio, quest’estate definitivamente riaccesi i motori. La costante? Sempre Haaland, anagraficamente non poteva esser altrimenti. Che prima sbaglia rigore, poi sblocca di testa. Anche a scatola chiusa contro difesa schierata il Man City, che fa la differenza. Perché poi in transizione, e qui esce il cocktail perfetto che la candida anti-Arsenal, sa far male con gli assi finalmente scoppiati: Doku, è il suo momento. Imprendibile, tre a zero da cineteca, sempre spina nel fianco di Slot. Finisce proprio col tris del Manchester City, Reds che restano inesorabilmente dietro e che sfrutteranno la sosta per capire come inserire e plasmare i nuovi tasselli: Arne ha cambiato tanto, troppo, ha toccato e intaccato come fosse Picasso, questi sono i risultati. In un fine settimane che per la prima volta ha visto l’Arsenal perder due punti alla fine e incassare due gol, con quell’avvitata di Brobbey in torsione vecchia Premier che ha spiegato perché Sunderland e Stadium of Light sono tornati solidissima realtà in un romanticissimo giro di destini. Gunners 26, Man City 22: la corsa all’oro è appena iniziata.

