FROSINONE – Altro che piacevole sorpresa. Se qualcuno, con lecita dose di umiltà e cultura del lavoro, poteva considerarla tale, viste le premesse con cui si partiva dalle macerie della scorsa, estremamente turbolenta, stagione. E soprattutto perché chi lascia la strada vecchia, altresì durata tanti tanti anni, sa quel che perde ma non sa quel che trova.
Un’estate rivoluzionaria a Frosinone. Dall’era Angelozzi, per tanti anni seduto su quelle scrivanie allo Stirpe, oggi c’è direttor generale Doronzo. Sul mercato, nelle segrete stanze, agisce Castagnini. In panchina e sempre in prima fila, a parlar coi media, c’è quel condottiero pacato ma ambizioso da cui i giallazzurri hanno deciso di ripartire, Massimiliano Alvini. Che sia stato un inizio di stagione più che positivo, non è certamente mistero. Frosinone lassù, a pochi punti dalle grandi favorite.
Ma Alvini, in conferenza stampa congiunta prefissata per la sosta di novembre, non si nasconde: “Voglio vincere la B. Voglio tornare in Serie A dalla porta principale. Non è presunzione, non mi nascondo”. Uno statement a dominare la conferenza congiunta, che avrebbe altresì dominato le copertine in edicola in città del giorno dopo.
Il Direttore Generale completamente in linea e soprattutto a supporto del suo allenatore, uno degli aspetti più importanti se si vuol costruir qualcosa di grande in un club di calcio: “Non ci sono ricette particolari, il Mister è riuscito subito ad entrare nella testa dei calciatori. Si respira entusiasmo, si lavora bene”. Dunque, il Frosinone ha alzato l’asticella. Senza filtri, senza veli. E la città torna a sognare.

