Taglio del nastro per la nuova Casa di Comunità San Felice in via degli Eucalipti: 850 metri quadri di integrazione tra servizi sanitari
Politica, Sanità
15 Novembre 2025
Taglio del nastro per la nuova Casa di Comunità San Felice in via degli Eucalipti: 850 metri quadri di integrazione tra servizi sanitari

ROMA – È stata inaugurata la nuova Casa di Comunità San Felice, alla presenza del Presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, e del Direttore Generale della ASL Roma 2, Francesco Amato. L’intervento, realizzato con i fondi del PNRR, rappresenta un passo fondamentale nel processo di potenziamento della sanità territoriale e della rete dei servizi di prossimità.Il poliambulatorio di via degli Eucalipti, punto di riferimento da anni per il quartiere Centocelle e per numerosi assistiti provenienti da tutta Roma, si presenta oggi completamente rinnovato. La struttura di 850 metri quadrati, profondamente riqualificata, si distingue per la modernità degli spazi, la funzionalità dei percorsi interni e l’attenzione al comfort delle persone che vi accedono quotidianamente.La nuova Casa di Comunità San Felice è concepita come luogo di accoglienza e integrazione tra servizi sanitari e sociali, offrendo ai cittadini un modello assistenziale completo e di facile accesso.

Al suo interno, trovano spazio tutti i servizi fondamentali del territorio: il CUP, il Centro Prelievi, la Continuità Assistenziale e la Medicina Primaria, in un’ottica di prossimità e presa in carico globale.Accanto ai servizi clinici, la struttura ospita anche il Centro Vaccinale e una moderna palestra per la riabilitazione respiratoria, un ambiente dedicato alla prevenzione e al recupero funzionale in cui la riabilitazione assume un ruolo centrale nella qualità della vita delle persone.Il Direttore Generale della ASL Roma 2, Francesco Amato, ha ringraziato tutti i presenti introducendo la nuova riorganizzazione del Servizio Sanitario: “Il sistema sanitario pubblico ha tre grandi sfide: la sostenibilità, le liste d’attesa e soprattutto l’innovazione organizzativa. La casa della Comunità risponde a tutti e tre questi fattori offrendo una struttura organizzata che, grazie all’applicazione del Decreto Ministeriale 77, in cui la popolazione troverà ristoro nella propria cronicità e nella propria fragilità in questo luogo.Ci sono nuove figure a disposizione sanitarie, come ad esempio l’infermiere di comunità. Non è l’infermiere di famiglia ma è un infermiere che deve essere formato al pari dei direttori di distretto, al pari dei medici di medicina generale, perché ogni distretto ha requisiti territoriali differenti. E’ un infermiere che oltre che andare a domicilio, oltre che andare in ambulatorio, organizza i percorsi di cura, prende in carico, inserisce il paziente e lo guida nel percorso di cura all’interno di quelli che sono o PDTA, lo accompagna nelle attitudini secondarie dei processi di cura.

Una nuova figura che si orienta e fa da collante tra gli specialisti, tra i medici di medicina generale, gli psicologi, fino ad arrivare, secondo il bisogno, agli assistenti”.Il Presidente della giunta Regionale, Francesco Rocca, Ringrazia tutto il personale, queste le sue parole: “Oggi se vado via con una sensazione positiva. Non è soltanto quello di un luogo pulito ed accogliente ma è l’ambiente molto positivo, molto costruttivo, una capacità di lavorare con il sorriso, cosa non comune. Il personale sanitario passa più tempo in questi luoghi che non a casa o con i loro cari. E’ normale che vi sia una sensazione a volte di stanchezza o di ripetitività del quotidiano. Invece trovare questo ambiente nella Casa della Comunità, rappresenta una comunità professionale. Il benessere del personale è fondamentale per far sì che poi vi sia una ricaduta reale sulle persone che devono essere prese in carico. Non può esserci presa in carico e non può esserci cura se il nostro personale non è messo in condizione di lavorare serenamente.

La Asl Roma 2 lavora in un quadrante che è tra i più fragili del nostro territorio, la dimostrazione dello Stato che su prende cura, a prescindere dal colore politico, lo Stato che deve essere presente per dare una risposta a ogni cittadino”.La Casa di Comunità San Felice rappresenta oggi un simbolo della trasformazione in atto nella sanità pubblica, capace di coniugare innovazione, umanità e integrazione dei servizi, con l’obiettivo di offrire risposte sempre più efficaci e vicine ai bisogni dei cittadini.