MILANO – E pensare che qualcuno più di sei fa sosteneva come non dovessimo aver paura della Norvegia. Sei mesi dopo, ennesima psicosi collettiva, Norvegia che demolisce l’Italia pure a San Siro, spiega al mondo ed a tutta Europa perché vola in America ma soprattutto perché gli azzurri saranno ancora costretti a passar dai playoff, per sperare. Spareggi che oggi fanno tremare, di nuovo; azzurri che spalancano porte a spettri, fantasmi, psicosi di non riuscire a centrare l’obiettivo nemmeno stavolta.
Ormai il gioco era fatto, ma era come uscirne che avrebbe declinato morale, dimensione e prossimi mesi in vista di marzo. Servivano fame e mordente, espressi soltanto nel primo tempo, chiuso avanti con Pio Esposito. Tempo di qualche ironia che sveglia Haaland, che la Norvegia ribalta e divora, facendone addirittura quattro sprizzando calcio fino all’ultimo respiro. Nusa, doppio Haaland, ciliegina Strand Larsen: festa grande per i vichinghi scandinavi, acquazzone e grandine sugli azzurri. 3-0 all’andata, 1-4 al ritorno: senza repliche, Norvegia d’America.
L’Italia dura troppo poco e si scioglie come neve al sole, con quella drammatica ripresa che diventa specchio di quel che siamo, oggigiorno, come Nazionale. S’è scritta storia, in un certo senso, anche stasera: non si prendeva quattro gol in casa dal 1955, non s’era mai perso in casa in un girone di qualificazione Mondiale. Gattuso chiede scusa, azzurri musi lunghi tra delusione e grossa, grossa paura. Giovedì i sorteggi, a marzo semi e forse, forse, finale.

