TARQUINIA – A Tarquinia, con la “nuova” giunta targata Sposetti, la sensazione dominante continua a essere quella della contraddizione permanente. L’ultimo esempio – decisamente difficile da ignorare – arriva dalla candidatura a Capitale Italiana della Cultura 2028, presentata dal Comune come capofila della DMO Etruskey ETS.
Una scelta che, di fatto, mette in ombra gli altri Comuni della rete – da Allumiere a Tolfa – perché la promozione culturale del territorio, negli ultimi mesi, è apparsa a molti cittadini e osservatori quanto meno debole e discontinua. Un paradosso evidente, proprio per una città che ha sempre fatto della cultura il proprio biglietto da visita.
Il patrimonio tarquiniese, un tempo orgoglio indiscusso, sembra oggi finito ai margini dell’agenda amministrativa, mentre sullo sfondo si percepisce una crescente tensione politica tra le forze di maggioranza. Una dinamica che, secondo vari esponenti dell’opposizione, avrebbe contribuito al rallentamento di iniziative e strategie culturali.
I numeri, comunque, parlano con grande chiarezza. Da tempo l’opposizione e diversi cittadini segnalano un calo significativo di presenze al Museo e alle Tombe Etrusche – siti che, insieme a Cerveteri, fanno parte di un parco archeologico statale sotto il controllo diretto del Ministero della Cultura. Nel frattempo, da parte del Comune non risultano pubblicati dati che consentano un confronto completo sull’andamento delle visite.
A colmare il vuoto arrivano però i dati ufficiali del Ministero della Cultura, che ogni mese rendono pubblico il numero degli ingressi relativi all’iniziativa “Domenica al Museo”. Un indicatore particolarmente utile, perché fornisce una fotografia nitida e incontestabile della situazione reale.
E per Tarquinia la fotografia non è affatto incoraggiante: settembre 2025: -19,86% rispetto allo stesso mese del 2024; ottobre 2025: -32,15%; novembre 2025: -40,33%.
Centinaia di ingressi in meno solo nella prima domenica del mese, che – proiettati sull’intero periodo – diventano facilmente migliaia. Numeri che pongono più di un interrogativo sulla strategia culturale dell’amministrazione. Altro che Capitale della Cultura.

