MILANO – Una domenica ricchissima di ribaltamenti, eventi e contenuti. A partire dal Derby di Milano, che finisce ancora al Milan, così come spesso accaduto pure l’anno scorso, nell’infausta annata rossonera. Questa a Milanello è quella del rilancio, della resurrezione, pur prestigiosa, affidata ad Allegri e Modric. E Max vince un altro scontro diretto, ingabbiando le trame nerazzurre e castigandole col ritrovato Christian Pulisic. La svolta? Ancora Maignan, quando al tramonto para ciò che avrebbe potuto cambiar tutto: un altro rigore, stavolta non lo sbaglia Dybala bensì Calhanoglu, specialista, ma ipnotizzato pure lui, l’ex fischiatissimo, per la gioia rossonera. Per Chivu altra serata beffarda, per Allegri un altro statement che, se susseguito da successi sulle mediopiccole che tanto gli garbano, lancia un messaggio al campionato: per lo Scudetto c’è anche il Milan, eccome.
Intanto, lassù, però..la Roma. Già, la Roma del Gasp. Che impavida e sorniona vince, e vince bene, pure a Cremona. Prima Soulé, quindi cambiando l’ordine degli addendi nella banda Gasp segnano tutti: si sblocca Ferguson, chiude Wesley. Stavolta il turno loro, ma non cambia il comun denominatore: Roma lassù da sola, capolista, forte del 3-1 a Cremona che significa 27 punti in solitaria. A 25 inseguono Milan e Napoli, e prossima settimana all’Olimpico arriva proprio Conte; 24 punti per Inter e Bologna.
Chi sale al settimo posto è la Lazio, continua con le mediopiccole, concreta e soprattutto inviolata: battuto pure il Lecce, 2-0 nel silenzio dell’Olimpico, per duello a distanza tra Curva Nord e Lotito. Guendouzi prima e Noslin poi, biancocelesti a due punti dalla Juve di Spalletti. Domani doppio posticipo: prima Como a Torino, quindi chiude Sassuolo-Pisa.

