ROMA – Forse la notte più bella della complicatissima annata biancoceleste. Forse ancor più bella di quella con la Juventus. Stesso punteggio, stesso successo, ma stavolta la vittoria non significa tre punti bensì quarti di Coppa Italia. Notte d’orgoglio e ruggito, dopo veleni e polemiche di sabato scorso a San Siro: ricambiato il favore, stavolta 1-0 Lazio, decide Zaccagni al tramonto, testa su blocchi in area e quarti in cassaforte.
Minuto di silenzio al laziale Pietrangeli, dopo l’ultimo commosso saluto di Roma di ieri ad uno dei più grandi di sempre dello sport azzurro, parte una gara contratta e tattica, poco spettacolare, ma di grande intensità. Partita maschia, di quelle spesso sbloccate da episodi. La scintilla arriva a 10 dalla fine della ripresa quando stacca chi non t’aspetti e sul primo, segno tangibile che qualcosa in marcatura stavolta in casa Allegri è andato storto. Nel finale tutti in piedi, pubblico delle grandi occasioni e urlo liberatorio del popolo Lazio, che si regala la notte più prestigiosa dell’annata dopo aver battuto ed eliminato una delle favorite ma soprattutto, proprio per orgoglio, fiocca la vendetta di sabato scorso.
Per il Milan, con Max che cambia carte ma stavolta evidentemente pure il risultato, notte meno brillante. Senza Modric la squadra gira meno, Jashari recuperato ma schierato in regia non è minimamente la stessa storia. Anzi. La giocata non arriva mai, le risposte di chi gioca meno nemmeno, quelle di chi gioca di più stesso destino; rossoneri che costretti s’accendono solo sotto e nel finale, quando però è troppo tardi. Mandas risponde presente e la Lazio resiste all’onda d’urto. Sciarpata e Giardini di Marzo, Lazio ai quarti, può diventar luce e prestigio stagionale.


