Migranti, accordo Ue su Paesi terzi sicuri: cambiano norme su asilo e rimpatri
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8 Dicembre 2025
Migranti, accordo Ue su Paesi terzi sicuri: cambiano norme su asilo e rimpatri

(Adnkronos) – Il Consiglio Ue ha concordato la propria posizione negoziale su due atti legislativi dell’Ue che cambieranno l’applicazione del concetto di Paese sicuro nelle norme Ue in materia di asilo ai migranti. Il nuovo regolamento che rivede il concetto di Paese terzo sicuro amplia le circostanze in cui una domanda di asilo può essere respinta perché considerata inammissibile.

Il Consiglio ha inoltre completato un elemento chiave del patto sulla migrazione e l’asilo del 2024, concordando il primo elenco comune Ue di Paesi di origine sicuri, che consentirà agli Stati membri di trattare le domande di protezione internazionale presentate dai cittadini di questi Paesi in modo “accelerato”. Questi Paesi sono, oltre a quello candidati all’adesione all’Ue, Bangladesh, Colombia, Egitto, India, Kosovo, Marocco e Tunisia.

Il concetto di Paese terzo sicuro consente inoltre agli Stati membri dell’Ue di respingere una domanda di asilo come inammissibile (senza esaminarne il merito) quando i richiedenti asilo avrebbero potuto chiedere e ottenere protezione internazionale in un Paese extra-Ue considerato sicuro per loro.

Il Consiglio Ue ha quindi raggiunto anche un accordo sulla propria posizione negoziale su una legge dell’Ue volta ad accelerare e semplificare le procedure di rimpatrio delle persone che soggiornano irregolarmente negli Stati membri. Il regolamento istituisce procedure a livello Ue per rimpatriarli, impone obblighi a coloro che non hanno diritto di soggiorno e predispone strumenti di cooperazione tra gli Statii. Consente inoltre ai Paesi di istituire centri di rimpatrio in Paesi terzi.

L’accordo tra gli Stati membri arriva sei mesi dopo che il Consiglio Europeo del 26 giugno aveva chiesto di intensificare gli sforzi per facilitare, aumentare e accelerare i rimpatri.

“Abbiamo un afflusso molto elevato di migranti irregolari – dice il ministro per l’Immigrazione danese Rasmus Stoklund, sociademocratico – i nostri Paesi europei sono sotto pressione. Migliaia di persone annegano nel Mar Mediterraneo o subiscono abusi lungo le rotte migratorie, mentre i trafficanti di esseri umani accumulano fortune”.

Questo dimostra, continua il ministro socialdemocratico, che “il sistema attuale crea strutture di incentivi malsani e un forte fattore di attrazione, difficili da eliminare. La Danimarca e la maggior parte degli Stati membri dell’Ue si sono pronunciati a favore dell’esame delle domande di asilo in Paesi terzi sicuri, al fine di eliminare gli incentivi a intraprendere viaggi pericolosi verso l’Ue”.

Stoklund è “lieto che noi, Stati membri, abbiamo concordato un approccio generale alla revisione del concetto di Paese terzo sicuro, che consente agli Stati membri di stipulare accordi con Paesi terzi sicuri sull’esame delle domande di asilo al di fuori dell’Europa”.

Sul fronte dei rimpatri, spiega ancora, “tre migranti irregolari su quattro nei confronti dei quali è stata emessa una decisione di rimpatrio nell’Ue continuano a rimanere, invece di tornare a casa. Sono lieto che abbiamo concordato un nuovo regolamento Ue sui rimpatri. Credo che la nuova serie di norme possa contribuire significativamente a migliorare queste cifre. Per la prima volta, i cittadini di Paesi terzi in soggiorno irregolare avranno degli obblighi. E gli Stati membri disporranno di strumenti molto più efficaci: ad esempio, sarà possibile trattenere per un periodo più lungo e i divieti d’ingresso saranno più lunghi. Inoltre, l’accordo odierno consentirà sia all’Unione Europea che a uno o più Stati membri di stipulare un accordo con un Paese terzo sui centri di rimpatrio”.

Oggi nell’Ue si assiste finalmente ad una “riorganizzazione” della politica migratoria, sottolinea quindi il ministro dell’Interno tedesco Alexander Dobrindt, a margine del Consiglio Affari Interni a Bruxelles.

“Fin dall’inizio del mio mandato – dice l’uomo politico della Csu bavarese – ho chiarito che non esiste un singolo interruttore che possa essere premuto per riorganizzare completamente la politica migratoria. Ci sono invece misure nazionali urgenti da adottare, come il controllo delle nostre frontiere interne e la riduzione dei fattori di attrazione. Ma anche il livello europeo è urgentemente necessario”.

E oggi, continua, “siamo al punto di attuare questa riorganizzazione della politica migratoria in Europa. Sono state raggiunte due tappe fondamentali: la riorganizzazione della politica migratoria in Germania e la riorganizzazione della politica migratoria in Europa. Sono molto grato alla presidenza danese del Consiglio per aver colto questo slancio, in stretta collaborazione con la Germania”, conclude.