GLASGOW – Una grande notte da lupi a Glasgow. Vincere su campi così, storici e affascinanti, fa sempre bene. E diffonde sempre impatto mediatico al resto del Continente, così come della competizione stessa. La Roma sbrana il Celtic, lo fa nella sua tana, a Glasgow, un tre a zero che fiocca già nella prima frazione e che non ammette repliche. Nell’ossimoro del freddo scozzese è caldissimo il piedino di chi non t’aspetti, talento a singhiozzi, Lewis Ferguson: dopo Mancini, doppietta del centravanti irlandese. Può esser la svolta della sua carriera in giallorosso? Nel secondo tempo pura accademia per una Roma vincente e convincente; trame giuste, belle, raffinate quanto efficaci. E la metamorfosi della Roma gasperiana prosegue e assume sempre più sembianze delle idee del suo allenatore. Roma che sale a quota 12, risistemando completamente qualche singhiozzo di troppo ad inizio competizione: ora è lassù, ad un punto e ad un passo dalle prime otto posizioni che significherebbero qualificazione diretta agli ottavi saltando purgatorio sedicesimi/playoff. Un punto sotto ai giallorossi e con lo stesso obiettivo c’è pure il Bologna di Vincenzo Italiano che in rimonta vince in un campo difficilissimo: Asturie, Spagna del nord, Celta Vigo. Turnover forzato ma cambiando l’ordine degli addendi i felsinei restano realtà: stavolta il jolly è Bernardeschi, doppietta e rimonta, 2-1 rossoblu in casa Celta. Stesso punteggio per la terza italiana di giornata, che chiude un giovedì di successo per le italiane: vince (e questo sì che fa notizia perché non accadeva da fine ottobre) la Fiorentina di Vanoli, che oggi ha pensate più punti in Conference che in campionato. 2-1 sulla Dinamo di Kiev: si sbloccano Kean e Gudmundsson, la viola lancia un sussulto di vita e speranza ai suoi sostenitori. Ma, ultima della classe, domenica col Verona sarà una finale.

