PARMA – Ed è forse la notte più bella dell’anno biancoceleste. La Lazio sbanca Parma, espugna il Tardini, nella maniera più folle e miracolosa possibile. Lazio che, stile Plzen l’anno scorso, vince in nove uomini. Già, ribadiamo, in nove uomini. E trova proprio gol della vittoria.. in doppia inferiorità numerica. A decidere diventa chi non t’aspetti, qualcuno in partenza da mesi, quel Noslin per larghi tratti oggetto misterioso che forse scrive il suo nome nel recente folklore biancoceleste. Per il delirio, folle e lecito, dei 3500 tifosi laziali in trasferta. Che soffiano per tutta la ripresa a difesa della porta di Provedel. Lazio che resta sotto nel primo tempo per l’ingenuità di Zaccagni; team che resta in nove a metà ripresa per la reazione di Basic: doppio arancione, che diventa doppio rosso. Ma capitolini che non si scompongono mai, restano bassi e compatti, palesando difficoltà di proposta, manovra e idee dei padroni di casa, che imbarazzano il proprio pubblico, che alla fine fischierà. E per il film da fantascienza perfetto diventano proprio loro a commetter l’ingenuità, ne approfitta Noslin a dieci dalla fine, salta il portiere e deposita in fondo al sacco. Provedel e la retroguardia reggono l’onda d’urto, l’assalto finale del Parma, scomposto e disordinato. Lazio che fa al meglio quel che saggiamente Sarri ha impostato, quest’anno: difendere. Cinque interminabili minuti di recupero ma triplice fischio: mucchio laziale sotto al settore ospiti, pure Sarri esplode, diventa la vittoria più pesante della più assurda annata biancoceleste. Lazio che sale a 22 e guarda da vicino le zone europee, trovando continuità e risultati, rispolverando quel gusto di vincere in trasferta. Delirio puro.


