AL RAYYAN (QATAR) – Piccola premessa da fare. La FIFA, come noto, negli ultimi anni ha istituito il Mondiale per club, la competizione extralusso in cui partecipano le migliori (più vincenti e per piazzamenti conseguiti nelle rispettive confederazioni). Un Mondiale che esattamente come quello per le Nazionali si svolge ogni quattro anno. In questo caso, il primo in questa globale modalità, s’è svolto nell’estate 2025 e quindi si ripeterà nel 2029, esattamente un anno della rispettiva competizione proprio per nazionali. La prima edizione, quella d’America, ha descritto il trionfo del Chelsea di Maresca, cavalcando la parte del tabellone francamente più abbordabile, è arrivata in finale ed ha inflitto un secco tris al PSG sotto i fuochi d’artificio di Donald Trump. Ma sussisteva comunque il bisogno di allestire e mantenere alla fine d’ogni anno solare, anche nei tre anni in cui non si gioca la maxicompetizione, una sorta di titolo planetario: ecco rispolverata la vecchia Coppa Intercontinentale. Bene, pur se non sia riuscita a vincere il grande Slam col Mondiale per club, il PSG stanotte è entrato dritto dritto nella storia: sei coppe nell’anno solare, ad ogni latitudine. Come il Bayern di Flick nel 2020, ma soprattutto come il Barcellona di Guardiola nel 2020. In Qatar fiocca il “Sestuplete”, col successo ai rigori in Coppa Intercontinentale sui brasiliani del Flamengo: 1-1 alla fine di lunghissimi 120 minuti nel deserto, dove Jorginho rispondeva a Kvara; quindi ai calci di rigore spunta l’eroe che non t’aspetti per i transalpini, quel Safonov secondo portiere che ne para quattro e consegna l’ennesima notte di trionfo al Paris. Sesto trofeo, dunque: un’Intercontinentale che suggella decenni di investimenti, un’Intercontinentale che completa e sussegue Supercoppa Europea, Supercoppa di Francia, Ligue 1, Coppa di Francia e naturalmente Champions League, come ben purtroppo ricordano dalle parti di Appiano Gentile.

