Buoni da Bulgari, certificati falsi e favori personali: indagato per corruzione il segretario del Siulp Felice Romano
Cronaca
19 Dicembre 2025
Buoni da Bulgari, certificati falsi e favori personali: indagato per corruzione il segretario del Siulp Felice Romano

ROMA – Un maxi giro di mazzette e corruzione sta letteralmente travolgendo la Polizia e, in particolare il suo sindacato più importante, il Siulp.

Il suo segretario Felice Romano, originario di Minturno, è indagato per corruzione.

E’ il Fatto Quotidiano che scoperchia un vero e proprio Vaso di Pandora che getta ombre inquietanti su procedure concorsuali e raccomandazioni anche con certificati falsi.

Sconcertanti alcune delle intercettazioni pubblicate:  «Il Siulp è una famiglia e gli amici si vedono nel momento del bisogno» riferiva una degli indagati, Annalisa Cimino, segretaria campana della sigla sindacale, oltre tre anni fa e al centro dell’inchiesta sui presunti favori ricevuti in cambio del passaggio ai test della polizia di candidati che non ne avrebbero avuto diritto.

Secondo le ricostruzioni diversi sarebbero i casi finiti nell’occhio del mirino.

Il primo C.P., 24 anni, che nel 2022 partecipa alla selezione per mille posti di allievo viceispettore: per essere idoneo dovrebbe essere alto un metro e 75 e avere un indice di massa grassa di 2,2.

Requisiti entrambi assenti perché lui è alto due centimetri di meno. Ed è allora che intervengono Cimino insieme con Felice Romano che raccontano, insieme a Maria Elisabetta Falvo, moglie del sindacalista, come sintetizza il gip Tamara De Amicis nell’ordinanza, «lo volevano scartare, ma è stato ripreso per i capelli», ammettono, aggiungendo subito dopo: «Era fuori di tanto (di peso, ndr), ma proprio di tanto».

C’è poi G.F., allora 22enne partecipante al concorso del 2020 per allievo vice ispettore della Polizia di Stato e figlio di A.F., amico personale di Romano. Il padre del candidato gli avrebbe regalato due buoni da 2 mila euro ciascuno da spendere da Bulgari.

Anche qui le intercettazioni raccontano di un colloquio tra Romano e Maria Elisabetta Falvo: “Dorso curvo è il minore dei problemi: non si piega la schiena (…) una cosa catastrofica”, scrive lei su Whatsapp.

Il Fatto scrive che pur di far passare l’idoneità fisica al ragazzo, “Falvo produrrà un certificato parlando di “dorso curvo senza limitazione funzionale”. “Ma noi siamo così… il Siulp è una grande famiglia”, scrive al segretario una delle indagate. I reati contestati nella concorsopoli della polizia sono corruzione e falso a Roma, dopo uno stralcio arrivato da Napoli.

Nelle carte si racconta quindi il caso di A.N., fratello di un primo dirigente, che non era riuscito a passare l’handgrip test, ovvero il test che calcola la forza dei muscoli dell’avambraccio.  “Fabbrì fai conto è mio figlio”, avrebbe rassicurato Romano a Fabrizio Ciprani, dirigente generale medico della Polizia, anche lui indagato. Con la compagna Elisabetta, però, Romano aggiunge: “Abbiamo parlato con il capo… l’hanno richiamato… l’hanno fatto ripassare la prova… idoneo”.

Per gli indagati erano stati chiesti gli arresti domiciliari. Romano ha respinto le accuse, Falvo si è avvalsa della facoltà di non rispondere.

Il Gip ha deciso la sospensione dalla polizia per la donna e altre due dirigenti del Siulp e per Romano – in pensione – il divieto di dimora nel Municipio 1 di Roma, dove si trova la sede del sindacato.