Diabete di tipo 1, presentato a Roma un policy paper sulla transizione all’età adulta
Salute
19 Dicembre 2025
Diabete di tipo 1, presentato a Roma un policy paper sulla transizione all’età adulta

ROMA – Migliorare la presa in carico dei pazienti con diabete di tipo 1 nel delicato passaggio dall’età pediatrica a quella adulta, evitando il rischio di abbandono delle cure e tutelando la qualità di vita. È questo l’obiettivo del policy paper “Diabete di Tipo 1: presa in carico e follow-up per tutelare la qualità di vita del paziente”, presentato oggi a Palazzo Baldassini.

Al centro del documento il tema della transizione dalla diabetologia pediatrica a quella dell’adulto, una fase considerata cruciale per scongiurare il cosiddetto “drop out” del paziente. Tra le principali proposte emergono la necessità di prevedere codici di esenzione per la fornitura di dispositivi medici anche ai pazienti in fase presintomatica e di garantire la presenza di team multidisciplinari strutturati. Il diabete di tipo 1, patologia cronica autoimmune, in Italia interessa circa 300mila persone, in prevalenza bambini e giovani adulti, richiedendo una gestione quotidiana complessa e continuativa.

Il policy paper è frutto di un lavoro promosso dalla Società Italiana di Diabetologia e dall’Associazione Medici Diabetologi, con il patrocinio della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica e di Diabete Italia Rete Associativa ODV, e realizzato grazie al contributo non condizionante di Abbott e Theras.

A sottolineare l’importanza dei dati è il professor Ernesto Maddaloni, segretario nazionale della Società Italiana di Diabetologia, secondo cui è “necessario raccogliere nuove evidenze, ora che disponiamo dei primi numeri delle persone che si trovano nelle fasi uno e due del diabete di tipo 1, per affrontare le nuove sfide cliniche”. Tra i nodi centrali indicati dal policy paper c’è anche il riconoscimento degli stadi iniziali della malattia dal punto di vista della rimborsabilità da parte del Servizio sanitario nazionale, oggi non ancora previsto soprattutto per gli adulti.

Altro tema chiave riguarda l’età di transizione: “Non esiste un’età anagrafica valida per tutti – spiega Maddaloni –. Deve essere un percorso graduale e ben strutturato, che può iniziare intorno ai 16 anni e concludersi anche dopo i 18, fino ai 20-25 anni”.

Sulla gestione dei pazienti positivi ma asintomatici, Enza Mozzillo, membro del Consiglio direttivo della Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica, evidenzia la necessità di linee di indirizzo del Ministero della Salute che definiscano in modo chiaro la presa in carico, evitando disuguaglianze territoriali nel follow-up. Un aspetto fondamentale riguarda anche l’accesso ai dispositivi medici, considerati strumenti essenziali per monitorare l’evoluzione della patologia e prevenire complicanze.

A fare da ponte con le istituzioni è intervenuta la senatrice Elena Murelli, componente della 10ª Commissione permanente, che ha ribadito l’importanza di investire su figure di supporto psicologico e sanitario. Nel team multidisciplinare, ha sottolineato, dovrebbero essere presenti anche uno psicologo e un “diabetes educator”, sul modello inglese, in grado di supportare famiglie e pazienti nella scelta dei dispositivi, nella gestione quotidiana della malattia e nel delicato passaggio dall’infanzia all’età adulta.

America Week – Episodio 46
Italpress video
NEW YORK. In Sicilia si dice che “cu vucia chiu’ forti avi ragiuni”: chi grida più forte, alla fine, la spunta. È un p...
19 Dicembre 2025